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Intervista con Louise Vesth

di 

- Louise Vesth di Zentropa ci racconta l’insolita strategia promozionale e distributiva di Nymphomaniac, mentre Lars von Trier mantiene il suo silenzio stampa

Intervista con Louise Vesth

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, l’attesissimo nuovo film di Lars von Trier, raggiungerà gli schermi europei nelle prossime settimane, suddiviso in due parti. Mentre l’enfant terrible danese mantiene il suo silenzio stampa – dopo la dichiarazione infelice fatta durante la conferenza stampa di Melancholia [+leggi anche:
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 a Cannes 2011, che ha comportato la sua espulsione dal festival in quanto “persona non grata” – una grande campagna pubblicitaria è stata messa in atto per promuovere il film, che vede come protagoniste Charlotte Gainsbourg e l’esordiente Stacy Martin. Nell’ambito del partenariato con Europa Distribution per la preparazione di  studi di caso sulla distribuzione dei film europei, Cineuropa ha incontrato Louise Vesth, produttrice di Zentropa, che ci parla dell’insolita strategia distributiva e promozionale del film.

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Cineuropa: Come è stata sviluppata la campagna promozionale di Nymphomaniac?

Louise Vesth: Tutto ha avuto inizio qualche anno fa, quando ho iniziato a pensare che dovevamo fare più sforzi per quanto riguarda il marketing dei film di Lars. Penso che Lars Von Trier sia un grande brand e Zentropa non lo ha utilizzato abbastanza per promuovere sul mercato i suoi film e le sue idee; per questo, ho pensato che andare a Cannes e fare una locandina non fosse più sufficiente. Volevo una campagna pubblicitaria molto più lunga e capillare, e ho trovato il sostegno adeguato in Philip Lipski, con il quale già in passato ho collaborato alla promozione di altri film, e che ha sempre dimostrato una certa apertura verso le idee non tradizionali. Tutto è cominciato così. In seguito abbiamo scoperto che Nymphomaniac era un progetto talmente grande e ambizioso che non ce l’avremmo mai fatta in tempo per Cannes, il che ci ha permesso di avere molto più tempo per elaborare meglio i dettagli dell’operazione.

Dal momento che la sceneggiatura del film è stata suddivisa in 2 volumi e 8 capitoli, abbiamo pensato di suddividere anche la campagna pubblicitaria nello stesso modo, in una sorta di countdown. Abbiamo deciso di redigere ogni mese un comunicato stampa che contenesse, per ogni capitolo, il titolo, una breve descrizione, un’immagine e un estratto video che permettesse di creare aspettative all’interno del pubblico. In seguito abbiamo curato altri aspetti importanti della nostra strategia di marketing: le locandine, varie e diversificate, e la campagna mediatica, che ha svelato qualche indiscrezione sui contenuti del film.

Quale sarà la strategia distributiva?

I diritti del film sono stati venduti in tutto il mondo. A causa dei contenuti espliciti, abbiamo adottato la decisione, ancor prima dell’inizio delle riprese, di mettere in circolazione due versioni del film: una più lunga, che comprenda le scene più esplicite, e una più corta e soft, per quanto anche nella seconda i momenti di erotismo non manchino. La decisione è stata presa anche a causa della lunghezza: la versione più lunga dura 5 ore e mezza, il che implica necessariamente una distribuzione minore. Per questo abbiamo voluto anche una “versione ridotta” di 4 ore, divisa in due parti, che potesse funzionare ovunque, anche se probabilmente qualcuno sentirà il bisogno di una censura ulteriore.

Perché questo formato inusuale? Avete mai pensato a ricavare una miniserie dal film?

Sì, ne ricaveremo una miniserie, e stiamo anche progettando di farne una specificatamente dedicata alla distribuzione online.

In questo momento abbiamo un'industria cinematografica globale, che è sì ancora molto divisa territorialmente, ma sempre più interconnessa tra le varie parti in gioco. Abbiamo la fortuna di vedere un numero sempre maggiore di film provenienti da paesi stranieri e il mondo sta diventando, potremmo dire,  più piccolo e più grande allo stesso tempo. Per questa ragione penso che se si decide di produrre film per mercati piccoli come la Danimarca, bisogna essere sicuri di avere buone possibilità di distribuzione anche al di fuori dei confini nazionali.

Quali saranno le strategie mirate per i singoli paesi?

La nostra campagna pubblicitaria è globale, e questo significa che noi stiamo usando gli stessi elementi di marketing in qualsiasi parte del mondo. Abbiamo adottato una strategia globale sin dall’inizio, in modo che qualsiasi distributore di qualsiasi territorio possa attingere liberamente dal nostro materiale pubblicitario, scegliendo autonomamente quali oggetti usare. In questo modo la strategia pubblicitaria varierà a seconda delle caratteristiche e dei punti di criticità specifici dei vari paesi.

Qual è stato il ruolo dei social network?

Abbiamo già iniziato ad attivarci in questo senso, e grazie al nostro marketing abbiamo avuto un sacco di risposte dai social media. Penso che in una campagna pubblicitaria i social media siano un elemento di cui ormai una casa di produzione non può fare a meno, se vuole coinvolgere il pubblico e diffondere cose che tale pubblico vorrà condividere e di cui vorrà parlare. Non basta agire tradizionalmente e mettere un poster in un cinema, bisogna coinvolgere il pubblico il prima possibile. Ovviamente, questo è facile da dire quando hai un nome come Lars Von Trier, già noto, ma la nostra responsabilità è quella di aumentare ancor più questa notorietà, attraverso elementi che facciano in modo che la gente ne parli. Credo che far conoscere il proprio prodotto sia una delle cose più importanti e che lo si possa fare solo partendo dai social media, in modo che diventi l’oggetto delle discussioni. Questa è ovviamente una parte molto importante della strategia.

 

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