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Green Film Shooting: Sustainability Reloaded

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- Una produzione cinematografica eco-sostenibile può essere anche economicamente vantaggiosa: lo affermano produttori e cineasti al terzo Green Production Panel del Green Film Shooting della Berlinale

Green Film Shooting: Sustainability Reloaded

(da sinistra a destra) Il cineasta tedesco Carl Fechner, il regista/futurista britannico Maxim Jago, la produttrice newyorkese Lydia Dean Pilcher, l’editore di Green Film Shooting Birgit Heidsiek, la consulente Ecoprod Joanna Gallardo, il direttore della Trentino Fim Commission Luca Ferrario, il CTO della Bavaria Film Thorsten Hoppe, il commissario della Hamburg Film Christiane Dopp, e il membro della MFG Robert Lanig. (© Bildschön)

La produzione “verde” non è necessariamente più costosa; anzi, può addirittura far risparmiare. Questo è quanto affermato da svariati produttori e registi durante il terzo Green Production Panel denominato “Sustainability Reloaded”, presentato dal Green Film Shooting in collaborazione con le associazioni Filmförderung Hamburg Schleswig-Holstein e MFG Baden-Württemberg, in occasione del 67° Festival di Berlino.

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“Durante le riprese di Queen of Katwe in Uganda e Johannesburg, abbiamo risparmiato 37.000 bottiglie d’acqua, con una riduzione di spesa di 17.000 dollari”, ha dichiarato Lydia Dean Pilcher, membro della PGA Green e produttrice del lungometraggio Disney Queen of Katwe, diretto da Mira Nair. “Negli Stati Uniti, uno dei problemi che noi produttori riscontriamo più spesso riguarda i costi eccessivi della produzione eco-sostenibile, tra i quali la copertura a nostre spese dei materiali usa e getta e l’assunzione di un supervisore ambientale”. Tuttavia, secondo l’analisi costi-benefici condotta dal supervisore ambientale newyorkese Emillie O’Brien (http://www.greenproductionguide.com/), scegliere la strada eco-sostenibile può davvero risultare economicamente vantaggioso. “Se qualcuno pensa che l’eco-sostenibilità non sia giusta, almeno sappia che è conveniente”, ha rimarcato Pilcher. 

Renzo Carbonera, autore e regista italiano, ha girato il suo primo film Resina in Trentino, nell’estate 2016, in maniera eco-sostenibile. Il cineasta aveva deciso di prendere la strada “verde” prima ancora che la Trentino Film Commission lanciasse il sistema chiamato T-Green Film Rating, che offre supporto finanziario alle produzioni cinematografiche che agiscono in direzione dell’eco-sostenibilità. “Nel nostro caso, si è trattato tanto di un vantaggio economico quanto di un espediente per promuovere il legame tra gli abitanti locali del paese. Sono stati tutti molto felici di collaborare con noi e di seguire il nostro protocollo ecologico”, ha dichiarato Carbonera.

Sono invece convinzioni personali, molto più che considerazioni economiche, a spingere il pluripremiato regista e produttore Carl A. Fechner, (Power to Change), che realizza pellicole eco-sostenibili ormai da due decenni. “Non servono incentivi né sovvenzioni per i produttori che scelgono l’eco-sostenibilità, perché questa non comporta alcun costo aggiuntivo”, ha dichiarato Fechner. “Bisogna solo decidere, o si vuole rispettare l’ambiente oppure no. Tutto qui”. 

“In ogni momento, in ogni istante, possiamo fare una scelta. Se prima usavamo le bottiglie in plastica, adesso possiamo scegliere di usare contenitori di bambù o di altro materiale”, afferma il regista britannico Maxim Jago (Theft Unexpected), che si sta preparando alla sua prima produzione eco-sostenibile in realtà virtuale. “In ogni momento, siamo liberi di scegliere di non distruggere il pianeta. Relazionarsi con l’ambiente porta alla consapevolezza. E la consapevolezza porta al cambiamento”.

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