Un giovane regista egiziano ci offre un ritratto impietoso della sua terra di origine. Solo cinque anni fa, l'Egitto si trovava sulla soglia di libertà mai viste ma oggi il paese sta gradualmente tornando a sprofondare nella corruzione e nell'autocrazia delle armi. Il film è un resoconto dell'esperienze del regista al seguito di un gruppo di polizia del Cairo, dall'inizio della rivoluzione egiziana del 2011 e nel corso dei tre anni successivi, che hanno portato alla rimozione del presidente Morsi da parte dell'esercito. Si instaura gradualmente una forma di fiducia reciproca e, con essa, il senso di orrore per l'essere testimoni del ricorso generalizzato alla corruzione e dei maltrattamenti operati dalle forze di sicurezza. L'entusiasmo dilagante che aveva conquistato tutti subito dopo la rivoluzione svanisce gradualmente e le prospettive per il futuro appaiono sempre più deprimenti... A chi attribuire la colpa di questo fallimento? La responsabilità va cercata nella corruzione del sistema o nella precarietà degli ideali?