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SARAJEVO 2014 Concorso

Three Windows and a Hanging: il miglior film kosovaro di sempre

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- Il regista kosovaro Isa Qosja torna in concorso a Sarajevo dopo aver vinto il Premio speciale della giuria nel 2005 con Kukumi, primo film del suo paese ad aver ottenuto un riconoscimento internazionale

Three Windows and a Hanging: il miglior film kosovaro di sempre

Il regista kosovaro Isa Qosja torna in concorso al Festival di Sarajevo dopo essersi aggiudicato il Premio speciale della giuria nel 2005 con Kukumi, primo lungometraggio del suo paese ad aver ottenuto un riconoscimento internazionale. Il suo nuovo film, Three Windows and a Hanging [+leggi anche:
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intervista: Isa Qosja
scheda film
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, è senza dubbio un lavoro più coerente che affronta, con disciplina e misura, il tema estremamente toccante del destino delle donne violentate nella rigida società patriarcale di un piccolo villaggio dei Balcani.

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Il film si apre e si chiude con una scena in cui tre uomini anziani condividono aneddoti sotto il più grosso e vecchio albero del villaggio ("o ovunque sia", come sostiene uno di loro). Ma comincia veramente quando viene mostrata l’intervista di una giornalista straniera (un piccolo ruolo che è stato affidato alla star della regione dei Balcani Mirjana Karanović) a un donna violentata durante la guerra in Kosovo, insieme ad altre tre donne.

In questo ambiente rurale, una donna violentata getta l’onta su tutto il suo villaggio. E’ per questo che queste vittime non parlano quasi mai di ciò che hanno subito, neanche ai loro cari, e le conseguenze delle guerre in Croazia, Bosnia e Kosovo l’hanno confermato. Nel film di Qosja, quando il giornale arriva nel remoto villaggio dove abita la vittima e la notizia della sua confessione si sparge tra gli uomini al bar, il sindaco Uka (Luan Jaha, noto a livello internazionale per il suo ruolo in The Forgiveness of Blood [+leggi anche:
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scheda film
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) capisce subito che colei che ha parlato potrebbe essere Lushe (Irena Cahani, al suo primo lungometraggio), la maestra del villaggio.

Lushe vive con suo figlio piccolo e attende il ritorno di suo marito, scomparso da tre anni, o quantomeno la conferma della sua morte. Dopo la rivelazione di questo fatto vergognoso, la sua famiglia viene bandita dalla comunità e l’indomani la classe di Lushe rimane vuota.

Dal canto suo, Uka, recitando il suo ruolo di capo del villaggio e di esempio per tutti, proibisce alla figlia di vedere il suo ragazzo e usa la forza con sua moglie, perché è questo che deve fare l’uomo di casa, in una società di quel tipo.

Nel frattempo, Sokol (Donat Qosja, visto in Kukumi), uno dei più giovani uomini del villaggio, cerca di sapere da Lushe se sua moglie era tra le altre tre donne violentate. Non ottiene una risposta chiara, ma lui la interpreta come un no e, felice, dice a sua moglie di non aver mai avuto dubbi, cosa che provocherà una tragedia.

Tutti gli aspetti di questa arretrata società patriarcale sono esposti attraverso questi personaggi, in questa che è la prima sceneggiatura composta da Zymber Kelmendi per un lungometraggio. Qosja, regista affermato (faceva già film ai tempi della Jugoslavia), lo dirige in modo classico, ma con un’idea chiara e ben applicata di ciò che serve per costruire una dinamica e trasmettere allo spettatore l’emozione giusta.

Tutte le performance degli attori suonano vere, a partire da quella di Jaha, che domina il cast così come il suo personaggio guida il villaggio, Cahani trova il giusto equilibrio tra la forza dispettosa e la vulnerabilità, e Donat Qosja aggiunge una scintilla di tristezza nevrotica.

Con il suo lavoro, il direttore della fotografia Gökhan Tiryaki (cui si devono le immagini di Three Monkeys di Nuri Bilge Ceylan) rende palpabile il calore delle assolate scene esterne, facendo planare su quelle d’interno il presentimento degli oscuri segreti che guidano il racconto (in particolare attraverso le tre finestre evocate nel titolo, un elemento il cui valore simbolico è forse troppo evidente).

Three Windows and a Hanging è decisamente il lungometraggio più riuscito mai realizzato in Kosovo dalla dissoluzione della Jugoslavia. E’ stato coprodotto da CMB (Kosovo) e Niko Films (Germania). I suoi diritti internazionali sono ancora disponibili. 

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(Tradotto dall'inglese)

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