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LOCARNO 2016 Concorso

The Ornithologist, una riflessione surreale sulla spiritualità

di 

- LOCARNO 2016: L’ultima fatica del portoghese João Pedro Rodrigues è un viaggio senza limiti nella mente di un ornitologo alla ricerca di spiritualità, di misticismo e di erotismo

The Ornithologist, una riflessione surreale sulla spiritualità
Paul Hamy in The Ornithologist

João Pedro Rodrigues è abituato a calcare le scene dei più importanti festival internazionali. Dopo essere stato selezionato in competizione ufficiale a Cannes nel 2000 con Il fantasma [+leggi anche:
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, alla Quinzaine des réalisateurs con Odete [+leggi anche:
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(2005) e To Die Like A Man [+leggi anche:
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nel 2009 (Un Certain Regard) e al Festival di Locarno con The Last Time I Saw Macau [+leggi anche:
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, ritorna con forza maestosa grazie a The Ornithologist [+leggi anche:
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intervista: João Pedro Rodrigues
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Fernando decide di affrontare la natura incontaminata di Tras-os-Montes alla ricerca di cicogne nere, una specie in via di estinzione. Mentre osserva questi animali selvaggi a bordo della sua canoa viene travolto dalle rapide. Salvato miracolosamente da due turiste cinesi in cammino verso Santiago di Compostela, scappa nella foresta sperando di ritrovare la via del ritorno. La foresta, selvaggia e misteriosa non tarda a mostrare il suo lato oscuro seminando sul suo cammino ostacoli e incontri per lo meno destabilizzanti. Il suo sarà un viaggio iniziatico alla ricerca di se stesso, di un'illuminazione mistica pasoliniana che da pagana diventa divina.

João Pedro Rodrigues è un maestro incontrastato nell'arte della metamorfosi, della confusione e del surrealismo. Uomini e animali, passato e presente, vita e morte, dolore e erotismo, realtà e immaginazione ecco cosa motiva The Ornithologist, un film onirico che miscela sapientemente apocalisse e misticismo. Il regista esplora i punti di contatto tra differenti realtà esistenziali, si addentra nel subconscio del protagonista (memorabile Paul Hamy) come se volesse estrarne chirurgicamente l'essenza. La foresta, pericolosa ma affascinante o ancora la bellezza maestosa degli animali che la popolano, diventano l'incarnazione stessa del mondo interiore di Fernando: ambiguo, lacerato, sensuale. Come detto dal regista stesso, il punto di partenza del suo ultimo film è San Antonio, figura fondamentale e onnipresente della società e della cultura portoghese. “San Antonio è in me”, ecco l'affermazione obiettava e lucida di João Pedro Rodrigues che diventa a sua volta mantra che accompagna tutto il film. The Ornithologist è nato dalla volontà del regista di capire come questo Santo protettore tanto caro alla sua terra vive in lui. Fernando (che potremmo considerare come un San Antonio in divenire) incarna letteralmente questa ricerca di spiritualità (totalmente vuota di religiosità), questa sete di trasformazione che lo porta fino alla fonte del suo proprio desiderio. Il regista poggia la sua storia su alcuni fatti biografici legati a San Antonio: il fascino per la natura e gli animali, il naufragio, l'aver salvato un uomo grazie al suo soffio magico, arricchendoli in seguito con la propria immaginazione, con il proprio vissuto. The Ornithologist è un film dove niente è come sembra anche se tutto è apparentemente possibile, come in una leggenda che appartiene al passato pur rimanendo incredibilmente moderna. La foresta incarna questo altrove immaginario dove cattolicesimo, superstizione e tradizione si mescolano misteriosamente, senza pudori. L'idea stessa di religione è rimessa in discussione, come se venisse improvvisamente e inaspettatamente smascherata. Non è forse anche lei parte stessa di un mondo fantastico fabbricato dalla nostra immaginazione? Fernando vive sulla sua pelle un'esperienza umana al limite tra realtà e finzione, tra misticismo e paganesimo, il tutto condito da uno stravolgente manto erotico. Un film blasfemo, rigenerante e necessario. 

The Ornithologist è prodotto da Blackmaria, House on Fire e Itaca Films (Brasile), in coproduzione con Le Fresnoy. I diritti mondiali appartengono a Films Boutique.

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