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SAN SEBASTIAN 2016 Concorso

El hombre de las mil caras: prendimi se ci riesci

di 

- SAN SEBASTIÁN 2016: Eduard Fernández e José Coronado sono i protagonisti della ricostruzione di Alberto Rodríguez del caso Paesa, la spia che scombussolò la politica spagnola negli anni ‘90

El hombre de las mil caras: prendimi se ci riesci
José Coronado e Eduard Fernández in El hombre de las mil caras

Girato in Francia, Singapore, Svizzera e Spagna, e presentato in concorso al 64° Festival internazionale del cinema di San Sebastián, El hombre de las mil caras [+leggi anche:
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è, senza dubbio, uno dei titoli di maggior spicco della stagione cinematografica spagnola appena cominciata. Con un budget di cinque milioni di euro, il film cerca, come è logico, di replicare l’eccezionale successo nazionale e internazionale dell’opera precedente del suo regista, Alberto Rodríguez: La isla mínima [+leggi anche:
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. Tutta la squadra di quel film si ritrova infatti riunita qui, eccetto il cast: se Javier Gutiérrez si è aggiudicato una gran quantità di premi per il suo ruolo da protagonista – insieme a Raúl Arévalo – di quel thriller ambientato nelle paludi del Guadalquivir durante il franchismo, tutti gli occhi sono ora puntati su Eduard Fernández nei panni di Paesa in questo nuovo thriller, più urbano, ma che ritrae un’epoca altrettanto torbida e controversa della storia spagnola XX secolo.

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L’attore catalano incarna una sorta di mercenario senza scrupoli né vergogna, capace di vendersi al miglior offerente. Suona familiare? Sì, potrebbe in effetti trattarsi di qualsiasi politico o imprenditore, o cittadino corrotto di questa amata Spagna che si è pericolosamente abituata a svegliarsi ogni mattina con un nuovo scandalo di sottrazione di fondi pubblici. Paesa fu come un pioniere ai suoi tempi e manipolò/rubò/ingannò tutti quelli che voleva, soprattutto quando Roldán, perseguito per aver frodato il governo dopo aver prestato servizio come direttore della Guardia Civil, chiese il suo aiuto per uscire da un affare sporco.

L’evento – che non esaminiamo qui nel dettaglio per non svelare troppo della trama di El hombre de las mil caras – sconvolse un paese democratico che cominciava a dubitare dei suoi dirigenti. Correvano gli anni ’90 e Alberto Rodríguez frequentava ancora l’università. Per questo, quando gli è stato chiesto di adattare il libro scritto da Manuel Cerdán Paesa: el espía de las mil caras molto tempo dopo, si è dovuto aggiornare, raccogliendo informazioni ed elaborando, insieme al suo fedele collaboratore di scrittura Rafael Cobos, la sceneggiatura di quello che sarebbe diventato il suo film numero 7.

Il risultato – fare confronti è inevitabile – impallidisce al cospetto di La isla mínima. E’ come se il regista fosse stato più attento ai dettagli di ambientazione, costumi e location – tutti magnifici – che non alla costruzione dei personaggi, di una fragilità contagiosa, tanto che il gelo pervade le due ore (interminabili) di durata di questa grande produzione. Chi scrive continua ad amare il Rodríguez di film più personali e intimi, come 7 vírgenes [+leggi anche:
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, in cui era facile riconoscersi. Questo non succede con El hombre…, dove solo il personaggio di Marta Etura riesce miracolosamente a suscitare empatia… ma per qualche minuto appena. Il resto è una successione torrenziale di informazioni (che una voce off cerca di coordinare) e una ricostruzione di eventi (alcuni reali, altri meno), girati con mestiere, qualità e professionalità, ma in modo così raffinato, iper perfetto e brillante da sembrare uno spot di automobili d’alta gamma.

El hombre de las mil caras è una produzione di Atípica Films, Atresmedia Cine, Sacromonte Films, Telefónica Studios e Zeta Cinema, con la collaborazione di Canal Sur, Atresmedia e Movistar Plus+. Le vendite internazionali sono gestite da Film Factory Entertainment.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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