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FILM Italia

Con La tenerezza Gianni Amelio punta dritto al cuore del pubblico

di 

- Il nuovo film del regista calabrese affronta i legami familiari e il groviglio di sentimenti che da questi legami prendono vita

Con La tenerezza Gianni Amelio punta dritto al cuore del pubblico
Micaela Ramazzotti ed Elio Germano in La tenerezza

La felicità non è una meta da raggiungere ma una casa a cui tornare, non è davanti ma dietro di noi. E’ questo il “detto orientale”, un po’ da biscotto cinese, che rappresenta l’essenza de La tenerezza [+leggi anche:
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intervista: Gianni Amelio
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, il nuovo film di Gianni Amelio distribuito dal 24 aprile al cinema da 01. Lo pronuncia Elena (Giovanna Mezzogiorno) al termine di un cammino di riavvicinamento al padre Lorenzo, interpretato da Renato Carpentieri. Siamo a Napoli ai giorni nostri, una Napoli cruda resa concreta nei suoi colori dalla inconfondibile fotografia di Luca Bigazzi. Elena fa l’interprete per il tribunale, traduce le parole degli imputati che parlano arabo e ne coglie le sfumature, si accorge quando mentono. L’incipit fa pensare ad una storia sull’immigrazione, ma Amelio - tre premi EFA per il miglior film europeo - ne ha già girata una, Lamerica, nel lontano 1994, ed è stato tra i primi a farlo. 

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In realtà La tenerezza, liberamente ispirato al romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone e scritto dal regista con Alberto Taraglio, è un film sui legami familiari e sul groviglio di sentimenti che da questi legami prendono vita. Al centro c’è il settantenne Lorenzo, ed è la prima volta che protagonista di un film di Amelio è un anziano. Vive in un antico palazzo del centro e si autodefinisce un avvocato “famigerato”, perché ha lavorato una vita sui falsi incidenti stradali (stile Totò) e truffe assicurative. E’ indifferente ed egoista e ha smesso da tempo di amare i due figli. Elena, perché sospettata di aver spifferato alla madre dell’amante del padre, causandone la morte. Saverio (Arturo Muselli) perché considerato un buono a nulla. Le sue uniche “fughe” sono con il nipotino Francesco (Renato Carpentieri Jr), che Elena portava in pancia al ritorno dall’Egitto sette anni prima e che il nonno sottrae alla scuola.

Qualcosa cambia all’arrivo di una coppia con bambini che vengono ad abitare nell’appartamento di fronte a quello del vecchio Lorenzo. Michela (Micaela Ramazzotti) è bella e piena di vita, Fabio (Elio Germano), ingegnere navali di Trieste, è inquieto, instabile, con tratti di infantilismo. Lorenzo si affeziona subito a questa famiglia dall’apparenza perfetta, che rappresenta qualcosa che non è stato capace di trovare nei suoi figli. Ma una enorme tragedia incombe, un fattaccio da cronaca nera, e questo sarà il detonatore che costringerà l’anziano genitore e la figlia, che caparbiamente cerca una riconciliazione, a rivedere la loro relazione affettiva.

Gianni Amelio si è confrontato con il terrorismo politico e i conflitti sociali, con i romanzi di Leonardo Sciascia, Ermanno Rea, Giuseppe Pontiggia e Albert Camus. Con La tenerezza il regista 72enne ha sentito il richiamo e la “necessità” di un sentimento, la tenerezza, che ha il potere di scardinare incomprensioni, durezze, resistenze e ha la forza di abbattere i muri. Le performance degli ottimi attori scelti dal regista nascondono momenti di sentimentalità insistita ma sapientemente calcolata, che tuttavia arriverà dritta al cuore di un pubblico più ampio.

Prodotto da Pepito con RAI Cinema.

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