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LOCARNO 2017 Concorso

Recensione: Winter Brothers

di 

- LOCARNO 2017: Il cineasta islandese Hlynur Pálmason consegna un valido esordio cinematografico, notevole sia dal punto di vista estetico che narrativo; proiettato in concorso a Locarno

Recensione: Winter Brothers

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, festival e pubblico sono in attesa del prossimo gioiello in uscita dai paesi nordici. Dopo aver diretto tre cortometraggi, l’artista e filmaker di Copenhagen Hlynur Pálmason tenta di riuscire in questa impresa con il suo film d’esordio Winter Brothers [+leggi anche:
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. La storia anticonvenzionale di un’ostilità tra due fratelli ha appena avuto la sua prima al Concorso Internazionale della 70° edizione del Festival del Film Locarno.

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Emil (Elliott Crosset Hove) lavora con il suo fratello maggiore, Johan (Simon Sears), in una fabbrica di calcare di una piccola città della Danimarca orientale. Emil è visto dai suoi colleghi come un disadattato, un uomo un po’ stravagante, sensibile ed eccentrico; per questa ragione non si apre molto e tende a rimanere sulle sue. Il suo carattere non passa inosservato alla sua vicina Anna (Victoria Carmen Sonne), della quale lui è segretamente innamorato. Emil è più che altro famoso nella sua comunità per il liquore che produce con gli ingredienti chimici che ruba dalla fabbrica. A un certo punto, un operaio si ammala e tutti sospettano di Emil, specialmente il suo capo (Lars Mikkelsen). Il protagonista perde quindi a poco a poco la fiducia di chi lo circonda, e anche suo fratello piano piano si allontana da lui.

Winter Brothers è un esordio cinematografico maturo, e Pálmason riesce a riempire il vuoto della “mancanza di una storia d’amore” con un film accuratamente confezionato. Emil è ritratto impeccabilmente da Crosset Hove – figlio del noto attore Anders Hove – come un ragazzo semplice, che mantiene un basso profilo e vuole solo continuare nel proprio lavoro, avere una ragazza e una famiglia. A causa, però, della stravaganza che gli altri vedono in lui, anche questi desideri apparentemente normali sembrano a tutti strani. Con il suo liquore, Emil cerca di conquistarsi l’accettazione in una società ostile che costantemente lo rigetta. Anche prima dei fatti che insospettiscono la comunità, Emil ne è costantemente respinto, ogni volta che prova a rispondere all’incessante domanda: “Perché non puoi essere come tutti?”. Nessuno sembra comprenderlo e, a peggiorare le cose, neppure suo fratello si rende conto che anche Emil potrebbe avere dei lati malinconici. Deve sopportare e resistere a quest’umiliazione affettiva, non riuscendo a capacitarsi del perché ne sia vittima.

L’aspetto estetico altamente curato è quello che davvero si fa notare in Winter Brothers. La storia è ambientata in scenari pittoreschi e innevati, immortalati con potenza dal lavoro di Maria Von Hausswolff, con un’inquadratura dai bordi arrotondati e un formato simile alla 35 mm e sovrapposti all’imponente sound design di Lars Halvorsen, fatto di suoni industriali e naturali. Con questi elementi, Pálmason ha realizzato un film coerente e incredibilmente vivido.

Il film poteva essere facilmente una rappresentazione moderna di una qualsiasi tragedia tra fratelli o l’ennesimo tentativo neorealistico di ritrarre la solitudine della vita in una comunità dura e priva di amore, ma Pálmason decide di bilanciare attentamente tutti questi elementi e consegnarci qualcosa che è sia naif che sofisticato. Si tratta di un’opera d’arte delicata e pungente e con un grande cuore; esattamente quello che dovrebbe trovarsi nel lavoro di un regista esordiente. In fin dei conti, Winter Brothers è un film semplice sui nostri desideri più istintivi o, per dirla con Emil “tutti vogliono amore e sesso”.

Winter Brothers è una coproduzione danese-islandese di Julie Waltersdorph HansenPer Damgaard Hansen (Masterplan Pictures), Hlynur Pálmason e Anton Máni Svansson (Join Motion Pictures), realizzata con il supporto di New Danish Screen – Danish Film Institute, dell’Icelandic Film Centre e del Nordisk Film & TV Fond. Le vendite internazionali sono gestite dalla società polacca New Europe Film Sales.

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(Tradotto dall'inglese)

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