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VENEZIA 2017 Concorso

L'affido: a letto con il nemico

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- VENEZIA 2017: Xavier Legrand, nominato all’Oscar per il suo corto Avant que de tout perdre, sorprende Venezia con il suo primo lungometraggio, presentato in concorso

L'affido: a letto con il nemico
Thomas Gioria in L'affido

Dopo un divorzio violento con Antoine (Denis Ménochet), Miriam (Léa Drucker) sta cercando di ottenere l’affidamento esclusivo del loro figlio adolescente, Julien (Thomas Gioria). Mentre sua figlia Josephine (Mathilde Auneveux) è già grande abbastanza per prendere le sue decisioni, Julien è obbligato a vedere suo padre. Ma diventa presto chiaro che Antoine ha un’idea tutta sua di come gestire la nuova situazione.

E’ un film pericoloso, Il padrino. Per la sua scrittura raffinata, le sue stracitate battute machiste, e si può facilmente immaginare il bizzarro Antoine guardarlo a loop, birra in mano, pronunciando con entusiasmo le sussurrate affermazioni di Don Corleone. Soprattutto quella che proclama: "Un uomo che non trascorre il tempo con la sua famiglia non può essere un vero uomo" – e poco importa se la sua famiglia sembra stare meglio senza di lui.

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Il filmmaker francese Xavier Legrand aveva già esplorato temi simili nel suo acclamato corto Just Before Losing Everything, che nel 2013 gli è valso una nomination all’Oscar, ma L'affido [+leggi anche:
trailer
intervista: Xavier Legrand
scheda film
]
, proiettato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, non risulta ripetitivo. Al contrario, gli permette di addentrarsi in un territorio ancora più profondo e oscuro, perché nel film di Legrand – o, si potrebbe sostenere, nella maggior parte dei casi di abuso domestico – è tutta una questione di proprietà: il sentimento che qualcuno ti abbia portato via ciò che è legittimamente tuo e che deve essere recuperato, anche se ciò significa usare un figlio come una sfortunata pedina. E' difficile guardare senza un crescente senso di disagio, soprattutto perché questa volta ripetere "è solo un film, è solo un film" sicuramente non aiuta. Basta dare uno sguardo alle statistiche per capire.

Anche se palesemente deluso dal funzionamento del sistema giudiziario, che ci mette solo pochi minuti per decidere il destino di qualcuno e poi tutti a pranzo, Legrand non spreca il suo tempo a predicare. Ha una mano ferma per essere un esordiente, e anche se l'epilogo non ha la finezza dell’inizio, è comunque un dramma molto efficace che non cade in un facile sentimentalismo. Il che, diciamolo, poteva facilmente succedere.

Supportato da un cast che non spinge troppo le cose, a differenza di A letto con il nemico, il film di Legrand non trasforma il suo protagonista in un mostro totale, a un passo dal trasformarsi in Hulk o a bollire conigli. Per la maggior parte del tempo, Antoine è sufficientemente normale da ingannare quasi tutti, cosa che lo rende – e con esso la storia – tanto più interessante. Anche perché concentrandosi solo su un periodo limitato di tempo, Legrand non cerca di capire cosa abbia portato questa famiglia a sbriciolarsi. Non importa – sembra dire – perché un abuso è un abuso. Una cosa difficile da discutere.

L'affido è prodotto da KG Productions e France 3 Cinéma, con la partecipazione di CNC, Canal+, France Télévisions, Ciné+ e Haut et Court Distribution, e della regione Borgogna-Franca Contea e Procirep. Le vendite internazionali sono affidate a Celluloid Dreams.

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(Tradotto dall'inglese)

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