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FILM / RECENSIONI

Helen

di 

- Un'opera prima sottile, malinconica ed elegiaca che esplora la natura dell'identità, della solitudine e della ricerca di amore in tutte le sue forme

Gli sceneggiatori, produttori e registi Joe Lawlor e Christine Molloy si sono incontrati nel 1983, sposati nel 1986 e lavorano da vent'anni nel teatro locale, in spettacoli sperimentali, in progetti online e nel cortometraggio. Dice Lawlor: "Abbiamo lavorato su diversi generi ma i nostri interessi principali restano il racconto, la perfomance e, in qualche modo, la forma, il fatto che le cose non sempre sono come sembrano". Inevitabilmente, questo percorso ha condotto a un'opera prima superba: Helen [+leggi anche:
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intervista: Joe Lawlor e Christine Mo…
scheda film
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La trama di Helen racconta la scomparsa di un'adolescente di nome Joy e la ricostruzione dei fatti da parte della polizia. In questa ricostruzione, una compagna di Joy, Helen, interpreta il ruolo della scomparsa. Ma Helen è molto più di quello che la sua trama suggerisce. Questo film tratta in modo evocativo, malinconico, elegiaco e che fa riflettere, la natura dell'identità, la solitudine e la ricerca di amore in tutte le sue forme. Helen, interpretata in modo sottile dall'esordiente Annie Townsend, è un'insipida adolescente di provincia che, come lei stessa ammette, non è brava a scuola ed è piuttosto anonima: il tipo di adolescente qualsiasi che rappresenta la stragrande maggioranza della popolazione che frequenta scuole e università, mentre i loro compagni più estroversi e popolari, come Joy, fanno la differenza. Quando Helen viene scelta dalla polizia per la sua leggera somiglianza con Joy, si cominciano a capire più cose su questa ragazza apparentemente insignificante: lavora come cameriera in un hotel di lusso (dove la sua collega est-europea ha a sua volta problemi di identità) e ha vissuto la maggior parte della sua vita in un istituto. Non si ha il tempo di scoprire altro, poiché Helen mette brutalmente fine all'interessante esplorazione del suo umile caso da parte di un assistente sociale.

La possibilità di partecipare all'inchiesta della polizia ridà ad Helen un po' di energia e lei si ritrova, esplicitamente e inconsciamente, assorbita dall'identità più normale di Joy. Allora, il suo desiderio d'amore (romantico e familiare) e di normalità esce allo scoperto. In uno stile classico a livello di forma (inquadrature fisse, musica minimale e monotona, fotografia superbamente luminosa di Ole Birkeland), i co-registi contengono ogni dimostrazione emotiva, forse per confermare la riservatezza che si attribuisce ai britannici. Townsend è deliberatamente insipida, così come Sandie Malia nel ruolo della signora Thompson, la madre di Joy. Dennis Jobling, che impersona il padre, lascia scappare qualche lacrima prima di tornare a una presunta normalità e un'imbarazzante cena tra i Thompson e una Helen del tutto a suo agio.

I registi riconoscono di dovere molto al cinema minimalista di Carl Dreyer, ma il film ricorda anche Tre donne di Robert Altman per il suo tema, l'adozione dell'identità di un altro. Si pensa anche a L’Avventura di Michelangelo Antonioni, che sembra anch'esso trattare, all'inizio, della scomparsa di una donna raggiante, ma che in realtà è incentrato su coloro che la cercano e sulla loro sete d'amore. Il cortometraggio Joy, che completa Helen, immagina quello che potrebbe essere successo alla ragazza scomparsa. Ha vinto il Premio UIP al 37mo Festival di Rotterdam. Helen, dal canto suo, è valso un premio ad Annie Townsend e il Gran premio della giuria a Molloy e Lawlor al Festival del cinema europeo di Angers.

I partner che hanno commissionato Helen sono: NewcastleGateshead Initiative via Culture10 (il suo programma di eventi e festival regionali); Tyneside Cinema; il Comune di Birmingham; Dublin Docklands Development Authority; Liverpool Culture Company; Arts Council England. L'IFB (Irish Film Board) completa la lista. Le vendite internazionali sono affidate a Visit Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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