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FILM / RECENSIONI

Un autre homme

di 

- Mescolando umorismo e malizia, il terzo lungometraggio del regista svizzero Lionel Baier segue il percorso di un giornalista praticante senza scrupoli iniziato alla critica cinematografica

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(2004) e Comme des voleurs - A l'Est [+leggi anche:
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, Lionel Baier ha diretto il suo terzo lungometraggio, Un autre homme [+leggi anche:
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, con pochi soldi. L'Ufficio federale della cultura non ha infatti sostenuto il progetto: "Secondo i funzionari, la sceneggiatura non era abbastanza compiuta ed era priva di una vera e propria squadra cinematografica", spiega il regista. Ma alla fine, contro tutto e tutti, la voglia di cinema e la capacità di cavarsela hanno avuto la meglio. Punzecchiando e sbeffeggiando la critica sdegnosa e furbesca, Un autre homme colpisce per il suo respiro, la sua grande intelligenza, la sua scrittura cinematografica e la forza del bianco e nero.

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La prima scena dà il tono a tutto il film. Siamo all'interno di un'auto, in pieno inverno. I tergicristalli sono congelati e il giovane François tenta invano di liberare il parabrezza dalla spessa coltre di neve che lo ricopre. Da solo non ce la fa. Con la sua compagna Christine (Elodie Weber), François (Robin Harsch) si è da poco trasferito in un villaggio di una riservata valle svizzera. Christine è un'insegnante e François, che ha appena finito gli studi, trova posto come redattore nel giornale locale. Senza esperienza né un'autentica passione per i film, scrive con grande fatica le sue prime critiche cinematografiche per la rubrica che gli è stata assegnata. Fino al giorno in cui scopre la rivista per cinefili Travelling – allusione ai Cahiers du Cinéma – da cui comincia a copiare gli articoli. Preso coraggio, va a tutte le proiezioni stampa della capitale, Losanna, dove incontra la grande sacerdotessa della critica (l'ottima Natacha Koutchoumov). Rosa, seducente quanto manipolatrice, lo affascina. Tra l'arrivista un po' tonto e la veterana disillusa e presuntuosa, nasce una relazione.

In un primo tempo, il film si focalizza su François, giovane uomo vivace e immaturo in cerca di identità, che un giorno scopre come il cinema instilli in lui desideri fino ad allora insospettati di prestigio, piccoli privilegi, glamour e sesso, e come il cinema gli permetta di sfuggire a una vita ordinaria e monotona. Una volta riuniti gli ingredienti della satira sul microcosmo della critica cinematografica, Un autre homme ne traccia un ritratto al vetriolo con un'allegria contagiosa.

Come previsto, il film di Lionel Baier non ha lasciato la critica svizzera indifferente. In nome della difesa di una corporazione salutare per il cinema, l'impertinenza del regista è stata condannata senza appello. Altri, al contrario, hanno applaudito la sua irriverenza, ma non solo, poiché ovviamente l'intenzione di Un autre homme non si limita alla critica della critica. L'impostura, la manipolazione e l'arrivismo sono universali.

Presentato al Festival internazionale del cinema di Locarno nel 2008, Un autre homme ha fatto strada. Nominato al Premio del cinema svizzero lo scorso maggio, è già uscito in Canada e arriva sugli schermi francesi il 6 maggio (distribuzione Epicentre Films).

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