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FILM / RECENSIONI

Demain dès l'aube

di 

- Un viaggio strano e pericoloso nell'universo parallelo degli appasionati delle ricostruzioni storiche per un film psicologicamente sottile e visivamente sorprendente svelato al Festival di Cannes

C'era aria di Barry Lindon lo scorso maggio alla proiezione di Demain dès l'aube [+leggi anche:
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del raffinato Denis Dercourt, presentato nella selezione ufficiale del Festival di Cannes al Certain Regard, che già aveva portato fortuna nel 2006 all'opera precedente del regista, La voltapagine [+leggi anche:
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. L’originale regista, che continua ad esercitare l'altra sua professione di maestro di violoncello, ha infatti ambientato la sua storia nell'incredibile universo degli appassionati delle ricostruzioni storiche, nella fattispecie dell'epoca dell'esercito napoleonico. Una tela di fondo che si trasformerà in un ingranaggio pericoloso per i due fratelli protagonisti.

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Sceneggiato dal regista e da Jacques Sotty, il racconto comincia con il ritorno nella casa di famiglia di Mathieu (un sobrio e notevole Vincent Perez), celebre pianista in crisi esistenziale e coniugale, la cui madre deve entrare in ospedale per una chemioterapia. Il fratello maggiore viene a tener compagnia al fratello minore, l'ipersensibile Paul (un azzeccatissimo Jérémie Renier), operaio totalmente soggiogato dai giochi di ruolo storici in cui si proietta come se fosse la realtà, il quale tenta di coinvolgere il fratello in questa sua passione.

Per amore fraterno, Mathieu accetta l'esperienza, ma comprenderà poco a poco che sotto i travestimenti si nasconde una sorta di setta di fanatici i cui adepti vanno pericolosamente oltre le ricostruzioni storiche, che si fanno sempre meno fittizie. Il musicista, soprannominato “Loin des balles” (lett. lontano dalle pallottole, perché un pianista “fa scena, ma non vale granché sul campo di battaglia”), si farà prendere dal gioco per poi rendersi conto che non può più uscirne e che deve battersi per il suo onore e soprattutto per la sua vita e quella dei suoi cari.

Immergendo lo spettatore in una perfetta ricostruzione dell'epoca, in cui i protagonisti si calano con naturalezza, dai bivacchi ai duelli immersi in una natura selvaggia, passando per cene sontuose a lume di candela dove i “coraggiosi soldati dell'Imperatore” raccontano le loro gesta alle dame e provocano i loro compagni d'armi, Demain dès l'aube conferma il talento naturale da regista di Denis Dercourt.

Coniugando una semplicità apparente a una tecnica consumata della luce, dei movimenti di camera e del ritmo delle sequenze, il regista offre una sorta di thriller elegante e intrigante che non manca di finezza dal punto di vista umano (rapporto tra fratelli, malattia della madre, difficoltà della coppia, rapporto professore-allievi) navigando con grande agio nella dimensione musicale (sullo schermo e fuori). Un miscuglio molto ben riuscito per un artista completo che preferisce la tensione trattenuta e uno stile delicato all'ostentazione.

Prodotto da Diaphana, Demain dès l'aube è coprodotto da France 3 Cinéma, sostenuto dall'anticipo sugli incassi del Centre National de la Cinématographie (CNC) e pre-acquistato da TPS e Ciné Cinéma. Le vendite internazionali sono guidate da Films Distribution.

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(Tradotto dal francese)

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