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FILM / RECENSIONI

Una soluzione razionale

di 

- Due coppie, dieci regole per una vita in comune. Un esperimento che mette tutti a dura prova. Brillante esordio che ci regala una ironica commedia scandinava venata di malinconia

Dimenticare Bergman. E' l'assillo dei giovani filmmaker svedesi, prigionieri del cinema del grande maestro di Uppsala. Jörgen Bergmark, al suo primo lungometraggio dopo diversi corti e la co-sceneggiatura e co-produzione del pluripremiato Kitchen Stories di Bent Hamer, ha affrontato senza complessi argomenti cari a Bergman: il matrimonio, il tradimento, i rapporti interpersonali, la solitudine, la crisi esistenziale, l'etica religiosa. L'ha fatto con leggerezza, girando una commedia dai toni tragici capace di cattura l'attenzione di qualsiasi adulto che abbia vissuto una relazione amorosa.

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Scegliendo dei protagonisti cinquantenni, Bergmark racconta di una coppia che vive in una cittadina industriale del nord della Svezia. Lui, Erland, lavora alla segheria locale, lei, May, è insegnante di pianoforte. Nel tempo libero i due animano un gruppo di discussione sul matrimonio frequentato da coppie in crisi nella chiesa pentecostale della città.

Erland ha un collega, Sven-Erik, che ha salvato anni prima da un tentativo di suicidio. Ad una festa Erland conosce la moglie del collega, Karin. Scocca la scintilla. In una scena semplice quanto magistrale, i due si incontrano nel parcheggio di un supermercato e, prima restii al tradimento, cedono alla loro passione sul sedile di un'auto.

Erland, convinto che la sincerità debba prevalere, decide di trovare una "soluzione razionale". Convocati i rispettivi partner, il corpulento operaio propone di vivere tutti e quattro sotto lo stesso tetto e aspettare che questa "sbandata" abbia termine. I due traditi (incredibilmente) accettano e insieme ai due amanti stabiliscono 10 regole fondamentali per la vita in comune.

Ma non è facile addormentarsi al ritmo del cigolio del letto in cui tua moglie se la sta spassando con il tuo amico. I nervi di Sven-Erik e May presto crollano, cedendo il passo alla gelosia, e la situazione precipita.

Una soluzione razionale [+leggi anche:
trailer
intervista: Jörgen Bergmark
scheda film
]
, che Bergmark ha scritto con Jens Jonsson, rivelatosi nel 2008 con The King of Ping Pong [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, funziona anche grazie alla performance dei quattro protagonista. Pernilla August, scoperta da Ingmar Bergman che le affidò il ruolo della bambinaia in Fanny e Alexander nel 1982 e oggi una delle attrici scandinave più quotate, offre nel ruolo di Karin tutte le incertezze e gli slanci di una donna che ha improvvisamente perso la testa per un uomo. Rolf Lassgård, uno degli attori più apprezzati dal pubblico svedese, è un Erland sincero e inconsapevole del suo potere agito sugli altri tre. La bravissima Stina Ekblad, che fa parte della compagnia stabile dello Swedish Royal Dramatic Theatre, è una May misurata nel suo dolore per il tradimento di un marito che ama moltissimo. La sorpresa più piacevole arriva però da Claes Ljungmark / Sven-Eric, attore caratterista estremamente poliedrico, che trasmette magistralmente la debolezza, i dubbi religiosi, l'instabilità e la tenerezza di un individuo che si sente tagliato a metà come gli enormi blocchi di carta che vengono sezionati nella sua fabbrica.

Sebbene pieno di spunti ironici, Una soluzione razionale mantiene quella sottile malinconia che il cinema svedese ci ha spesso regalato. Il giovane regista, che sta lavorando già ad una nuova storia di passioni amorose, ha scelto la working class, e non la borghesia, per il suo film sull'ipocrisia e la necessità di abbattere l'ordine stabilito.

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