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FILM / RECENSIONI

Il sospetto

di 

- Firmando il suo miglior film da Festen, Thomas Vinterberg torna in concorso a Cannes con un dramma psicologico sulle fratture sociali che non si rimarginano mai.

Nella scena iniziale di Il sospetto [+leggi anche:
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intervista: Thomas Vinterberg
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, ultimo film del danese Thomas Vinterberg presentato in competizione ufficiale al Festival di Cannes, un gruppo di amici si diverte tuffandosi in un lago in pieno novembre. Questa scena dà l'immediata impressione di un cameratismo rustico, di un legame sociale solido che il regista di Festen (Premio della Giuria a Cannes 1998) manderà presto in frantumi. Questa scena non si svolge nel mondo di un tempo, quello che sfidava le convenzioni senza diffidenze. E' una scena attuale e questa apparente indifferenza non è che un fragile guscio che il minimo colpo basterà a rompere.

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Dopo un divorzio difficile, Lucas (ruolo inedito per Mads Mikkelsen) è impegnato a ricostruire la sua vita e il rapporto con suo figlio adolescente. Lucas ha degli amici, una famiglia e un lavoro e ha buoni rapporti con tutti, ma una menzogna pressocché fortuita si diffonde a macchia d'olio e scatena l'isteria collettiva. Lucas è bandito, additato da tutti, e nell'umiliazione cerca di salvare la sua dignità. Si ritrova da solo dinanzi alla sua comunità che lo crede colpevole di un atto ignobile che non ha commesso.

Il film sceglie di non lasciare alcun dubbio sull'eventuale colpevolezza del personaggio principale. Per il pubblico è innocente e da questa constatazione iniziale deriva un processo di identificazione forte con la vittima della menzogna. A questo stadio e per più di un'ora di film, lo spettatore fatica a immaginare come Lucas possa uscirne. Perché quello che gli psicanalisti chiamano la "sindrome dei falsi ricordi" (false memory syndrome) è un virus potente e reale, particolarmente pericoloso all'interno di comunità piccole. In modo molto fluido e dosandone sapientemente il crescendo, Vinterberg fa evolvere il suo racconto con un'efficacia e una credibilità spaventose, tanto più che non è difficile trovare echi di eventi simili nell'attualità.

Da Mads Mikkelsen alla giovane Annika Wedderkop che interpreta Klara, passando per Thomas Bo Larssen che interpreta il miglior amico di Lucas, tutti i ruoli sono solidamente scritti, interpretati e diretti rispettando i codici dei migliori drammi psicologici, quelli il cui ritmo non conosce pause. Il sospetto è un film teso, con alcune scene estremamente taglienti, come quando il figlio di Lucas fa visita alla famiglia della supposta vittima e la situazione degenera in un exploit di violenza traumatica.

Il sospetto è un film sul potere della menzogna ("ho detto delle stupidaggini, ma nessuno vuole credere che non era la verità"), sulla fragilità e il valore dell'amicizia ("siamo andati in motorino insieme"), ma indica anche i pericoli della superstizione ("la verità esce dalla bocca dei bambini"). Eppure, nessuna morale oltranzista. Il pubblico può identificare il vero responsabile involontario di questa storia, ma non sarà pertanto mai smascherato e il dubbio resta riguardo alla sua presa di coscienza.

Firmando il suo miglior film da Festen, Vinterberg mette nuovamente in luce — ma in modo molto diverso — le fratture sociali che non si rimarginano mai completamente.

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(Tradotto dal francese)

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