email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2015 Concorso

11 minutes: Skolimowski osa con una seconda giovinezza

di 

- VENEZIA 2015: Il maestro polacco torna con una proposta di intrattenimento quasi hollywoodiano che divide il pubblico come fece cinque anni fa Essential Killing

11 minutes: Skolimowski osa con una seconda giovinezza
Andrzej Chyra e Dawid Ogrodnik in 11 Minutes

Cinque anni dopo aver vinto due premi ed aver fatto incetta di applausi con Essential Killing [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Jerzy Skolimowski
scheda film
]
, Jerzy Skolimowski torna a competere per il Leone d'Oro al Festival di Venezia con un incredibile orgoglio giovanile per un regista di 77 anni di età. Già dal titolo, 11 Minutes [+leggi anche:
trailer
Q&A: Jerzy Skolimowski
scheda film
]
, possiamo percepire la velocità con cui ci muoveremo nell'arco di appena 81 minuti di pellicola.

L'area metropolitana più moderna di Varsavia, capitale della patria del regista, è lo scenario centrale in cui diverse storie si intrecciano: un marito inquieto si precipita nell'albergo in cui la moglie riceve proposte indecenti da un produttore; un addetto alla manutenzione degli edifici si riposa nella stanza di una vicina; un pusher percorre rapidamente in moto le strade della città per fare una consegna e, successivamente, incontrare un venditore di hot dog dal passato oscuro; una giovane suicida incontra il suo ex compagno per recuperare il cane; in altre parti della città, il team di un'ambulanza supera un violento sulle scale per raggiungere un uomo malato e una donna prossima alla rottura delle acque; un adolescente fallisce in un tentativo di rapina...

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il numero di storie è tanto ampio quanto limitata è la profondità che pretendono raggiungere. L'aereo che vola molto basso, sconvolge gli uccelli e stordisce i personaggi e agli spettatori non lascia spazio a dubbi: l'interesse sta nello scoprire il modo in cui tutte queste trame senza apparente connessione arrivano a mescolarsi in un climax finale rivelatore, verso il quale ci avviciniamo come in attesa di una catastrofe. Il percorso è tracciato con una finitura formale magistrale. La colonna sonora contribuisce efficacemente alla suspense mentre il montaggio segue lo schema del thriller d'azione e Mikołaj Łebkowski fa sfoggio di una vasta gamma di tecniche alla fotografia: visuali in prima persona da un cane, deformazione di volti come conseguenza di assunzione di allucinogeni, un bel movimento di macchina lento in controluce per mostrare come scoppia una bolla di sapone...

Skolimowski sembra cercare di esprimere di tanto in tanto riflessioni sulla sottomissione permanente dei cittadini davanti alla macchina da presa, come dimostra un prologo in cui vediamo scene girate con telefoni cellulari, webcam o telecamere di sicurezza, ma non riesce a trasmettere alcuna tesi concreta né su questo tema né sulle crisi che provocano le azioni dei loro personaggi. Forse questi elementi, in realtà, sono solo i canali di una sceneggiatura esuberante ed equilibrata, opera dello stesso regista, per realizzare quest'affascinante prodotto di prestidigitazione cinematografica tanto nichilista quanto diabolicamente divertente.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy