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CANNES 2016 Quinzaine des Réalisateurs

La pazza gioia, le “ragazze interrotte” di Paolo Virzì

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- CANNES 2016: Il regista del Capitale Umano presenta il suo nuovo film, interpretato da Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, alla Quinzaine des Réalisateurs

La pazza gioia, le “ragazze interrotte” di Paolo Virzì
Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti in La pazza gioia

Alejandro Jodorowsky, regista, scrittore e studioso dei tarocchi, aveva introdotto una diversa modalità interpretativa, mettendo ai due estremi della sequenza la Carta del Matto e quella del Mondo. “Il Matto rappresenta un apporto di energia che viene o che se ne va. Il Mondo è la realizzazione totale”, spiegò. Suggestionato da un’immagine che si è composta davanti ai suoi occhi sul set del Capitale Umano [+leggi anche:
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intervista: Paolo Virzì
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, Paolo Virzì ha pensato di portare sullo schermo la storia di due “matte”, mettendole davanti al Mondo e osservando come agiscono. Ne è nato La pazza gioia [+leggi anche:
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Q&A: Paolo Virzì
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, selezionato al Festival di Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs e in uscita nelle sale italiane il 17 maggio in 400 copie con 01 Distribution.

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E’ il 4 marzo, il giorno del suo compleanno, e la moglie Micaela sta arrivando per fargli una sorpresa. Virzì vede due figurine che attraversano un terreno fangoso in bilico sui tacchi. Valeria Bruni Tedeschi, tra le interpreti del film, e Micaela Ramazzotti. “Si tenevano per mano con un misto di fiducia e di terrore. Quell’immagine mi ha fatto venire in mente un racconto: due pazienti di una struttura psichiatrica che scappano insieme, una prepotente e l’altra spaventata che le va dietro con il batticuore”. 

Questo è esattamente il plot del film, che guarda al mondo del disagio mentale con l’occhio scanzonato tipico del regista livornese ma anche il dovuto spessore che l’argomento richiede. Una zona certamente molto battuta da letteratura e cinema, che dalla notte dei tempi hanno amato la figura del “matto”,  colui che capovolge la logica, la convenzione, le regole.

Dunque ecco Beatrice Morandini Valdirana (Bruni Tedeschi), bella ed esuberante signora dell’alta borghesia che legge Baudelaire e ha mollato il marito e il lusso per seguire l’uomo decisamente sbagliato, per poi precipitare in uno stato di eccesso maniacale permanente. Beatrice è ospite di un centro di salute mentale in Toscana. Arriva Donatella (Ramazzotti), ragazza madre con il corpo martoriato dall’autolesionismo, disperata perché il suo bambino è stato dato in affido. In una prima esilarante scena, Beatrice si finge psichiatra e accoglie l’ignara giovane donna. In questo caotico e partecipe segmento del film, ti chiedi se quelle siano comparse o degenti veri. Si, sono donne sottoposte a vari “trattamenti sanitari obbligatori” nel Centro di salute mentale di Montecatini diretto da Vito D’Anza, psichiatra di scuola basagliana che ha creato un gruppo di attività teatrale che si chiama “Mah! Boh“. Virzì e la sceneggiatrice Francesca Archibugi hanno scelto dunque di immergere lo spettatore in un rapido studio dal vivo sul disturbo mentale. Niente di troppo drammatico però.

Le due donne, in stile Thelma & Louise al gusto di Chianti, fuggono e corrono verso le loro speranze tradite, i loro fantasmi mai scacciati. Da quel momento il film inanella una serie di situazioni e gag da commedia, come quando le due donne cenano in un ristorante di lusso e corrono via senza pagare, con una Valeria Bruni Tedeschi “mattatrice”, come si diceva una volta degli attori più esuberanti. Beatrice e Donatella, socialmente e culturalmente agli antipodi, si conoscono, si raccontano reciprocamente e fanno amicizia. Insieme fanno i conti con il Mondo. Una sceneggiatura e una regia che sono state letteralmente cucite addosso alle due attrici, come un abito, sono il segreto di questa commedia drammatica on the road. Virzì ha “tradito” gli usuali sceneggiatori Francesco Bruni e Francesco Piccolo per un’autrice che si è cimentata spesso nella scrittura di personaggi problematici e con disagio mentale, stemperandone le scene madri con il suo humour caustico. 

Il film, coprodotto da Francia e Italia, è venduto all’estero da Bac Films.

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