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LOCARNO 2016 Concorso

La idea de un lago: il dolore di una perdita

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- LOCARNO 2016: Cinque anni dopo Abrir puertas y ventanas, vincitore del Pardo d'oro, Milagros Mumenthaler torna a Locarno con una storia familiare che ha le sembianze di un sogno

La idea de un lago: il dolore di una perdita
Malena Moiron in La idea de un lago

Il tema centrale dell'ultimo film della regista svizzero-argentina Milagros Mumenthaler, La idea de un lago [+leggi anche:
trailer
intervista: Milagros Mumenthaler
scheda film
]
, in concorso al 69mo Festival del Film Locarno, è ancora una volta la famiglia, perno imperfetto attorno al quale costruire la propria identità, fragile scoglio sul quale riposarsi in caso di tempesta.

Prima che nasca il suo primogenito, Inès (magnifica Carla Crespo), di professione fotografa, vuole riuscire a terminare il suo ultimo libro incentrato sui suoi ricordi d'infanzia e in particolare sulla casa di famiglia nel sud dell'Argentina (il cui paesaggio fra lago e montagne ricorda incredibilmente la Svizzera) dove ha trascorso gran parte delle sue estati da bambina. Sebbene la gioia e la spensieratezza facciano inevitabilmente parte di questo luogo, sono soprattutto la nostalgia e l'incomprensione ad abitarlo. È infatti lì che è stata scattata l'ultima foto che possieda insieme a suo padre, scomparso misteriosamente come tanti, troppi, altri vittime della dittatura militare. Sebbene Inès sia la forza motrice del film, il soffio vitale che permette alla narrazione di procedere in modo libero, istintivo, suo fratello e sua madre completano il suo personaggio dandole una consistenza terrena allo stesso tempo fastidiosa e indispensabile. Insieme dovranno affrontare un'ultima prova: dare un campione del loro sangue agli analisti forensi per identificare, forse, il cadavere del loro padre e marito. Ma uno scheletro basterà a colmare il vuoto abissale che vive in Inès?

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La idea de un lago, come un puzzle senza fine, ci regala tanti piccoli frammenti di una realtà indefinita, fatta di ricordi, sensazioni, fantasmi e speranze. Il film permette a ognuno di noi di comporre la propria melodia, accompagnati dai protagonisti di cui piano piano conosciamo la storia, o meglio le tante storie che li legano, indissolubilmente. La narrazione del film, invece di essere lineare, scivola disinvolta sul mare dei ricordi di Inès, dalla casa sul lago al suo appartamento in città, dall'infanzia alla prossima maternità, come se il tempo non fosse mai passato, come se la vita invece di procedere in modo spedito si costruisse su infinite spirali che si incontrano e scontrano. La realtà di Inès, nutrita da un bisogno viscerale di colmare un vuoto doloroso, sembra scoppiare riversandosi in mille direzioni diverse, alcune concrete, altre sognate. Come se fosse costretta, per sopravvivere, a riempire il vuoto dell'assenza di suo padre, con l'immaginazione, creando un mondo in cui tutto è possibile, una specie di cerotto da mettere su una ferita troppo profonda da guarire. La idea de un lago è un film che parla di intimità, che si nutre di sensazioni per rendere palpabile lo sforzo immenso che devono fare coloro che restano, cercando di dipingere di colori un quotidiano che sembra procedere solo in bianco e nero. In questo senso la sceneggiatura, colorata, a tratti quasi barocca (per certi aspetti almodovariana) contrasta con la gravità del tema, come a ricordarci che l'immaginazione può trasformarsi in antidoto contro la disperazione, contro l'oblio. Sebbene i riferimenti biografici, i ricordi d'infanzia idilliaci legati all'Argentina, siano evidenti, è nelle sensazioni, nella corporeità degli attori, più che nella narrazione, che possiamo ritrovare Milagros Mumenthaler, capace ancora una volta di parlarci con infinita sincerità del mondo interiore e complesso di una donna contemporanea.

La idea de un lago è prodotto da Alina film e Ruda Cine (Argentina) e coprodotto dalla RTS. Look Now si occupa della sua distribuzione svizzera.

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