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VENEZIA 2016 Orizzonti

Il più grande sogno si avvera nella periferia romana

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- VENEZIA 2016: Il "borgataro" Mirko Frezza interpreta qualcuno di molto simile a se stesso nel lungometraggio d'esordio di Michele Vannucci

Il più grande sogno si avvera nella periferia romana
Mirko Frezza in Il più grande sogno

Quando un autore incontra una storia o un personaggio non li lascia andar via, li coltiva, li coccola, li sviluppa, se ne impadronisce. Spesso è la storia o il personaggio che si impadronisce di un regista o uno sceneggiatore. Michele Vannucci, al suo primo lungometraggio con Il più grande sogno [+leggi anche:
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, in concorso nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia, ha incontrato Mirko Frezza nel 2012, quando stava facendo del casting per il suo cortometraggio di diploma in regia al Centro Sperimentale. E ha capito che qualcosa di importante era entrato nella sua vita. Quest'uomo di 40 anni dal fisico imponente, lunghi capelli e barba da hipster, tatuaggi tribali e occhi penetranti, aveva una storia da raccontare. La sua.

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Un passato difficile nella periferia romana, una moglie, tre figli, una madre e un padre a cui badare. L’avevano eletto presidente di quartiere e aveva aperto un centro sociale. Dopo sei cortometraggi di finzione, cinque documentari e un mediometraggio, nel 2015 Vannucci ha realizzato il cortometraggio Una storia normale, cui è ispirata questa opera prima di lungometraggio, Il più grande sogno, prodotto da Giovanni Pompili per Kino, in collaborazione con Laser Film, Upupa e il sostegno di Roma Lazio Film Commission e il contributo del MiBact.

Mirko Frezza interpreta dunque qualcuno di molto simile a se stesso: un uomo appena uscito da qualche anno di carcere che torna nella sua borgata e cerca di ricostruirsi una vita, possibilmente onesta. Cosa non facile se hai un padre criminale (Vittorio Viviani) e la tentazione è dietro l'angolo. Accanto a sé ha una moglie che lo ama (Milena Mancini) mentre la figlia maggiore Michelle (Ginevra De Carolis) lo accusa di averle abbandonate e di essere tornato per cacciarsi in nuovi guai. Ma Mirko è bigger than life, non smette mai di parlare e muoversi e quando a sorpresa lo eleggono presidente del comitato di quartiere, decide di indirizzare le sue energie su quel "grande sogno" di aiutare la gente riscattandosi dalla sua condizione di ex-delinquente.

Ad affiancare Mirko Frezza c'è anche Alessandro Borghi, il Vittorio di Non essere cattivo [+leggi anche:
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(fuori concorso alla Mostra del 2015), considerato uno dei giovani attori più promettenti degli ultimi anni.

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