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Au dos de nos images

di 

"04/09/1992

Ho visto Liberty Valence.

Ho appena letto un poema di Henri Michaux intitulé Mains élues. Se la parola "meditazione" fosse sinonimo di "visione", è così che vorrei fosse il cinema. Non tutto, ma almeno un film su mille.

Uscire dal cinema, acquietato, guarito... il puro sentimento di essere un uomo tra gli uomini. E più tardi il ricordo di questo momento, come di un istante di felicità." p. 15


"30/06/1993

Mio fratello. Non potrei fare questo film senza di lui, e lui non potrebbe farlo senza di me. [...] Se scrivo queste note in prima persona singolare, so che è come fossero al plurale. Le sue domande sono le mie. Sono queste domande che mi spingono a scrivere queste annotazioni, quasi fossero la trascrizione di un pensiero condiviso.
La stessa cosa per la sceneggiatura. Io tengo in mano la penna, ma questa scrive a due mani. È difficile da spiegare, tanto più se si parla della scrittura, che genera in ognuno un sentimento di forte e talvolta opprimente solitudine. " p. 24

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"23/08/1996
"L'uomo fugge l’asfissia", ha scritto René Char. È questo che raccontiamo, nulla d’altro." p. 60


"23/11/2002
Sono ad Hanoi per tentare di trasmettere qualcosa della nostra esperienza di cineasti ai giovani registi del luogo. Ho rivisto i nostri film. I nostri movimenti di macchina sono resi necessari dal nostro desiderio di essere nelle cose, all’interno dei rapporti creati tra gli sguardi ed i corpi, tra i corpi e la scena. (…) Forse troviamo là, nella prossimità degli oggetti, tra i corpi, una presenza della realtà umana, un fuoco, un calore che si irradia, che brucia e protegge dal triste freddo che regna nel vuoto, il troppo grande vuoto della vita. È la nostra maniera di non disperarci, e di credere ancora. "p.139


Luc Dardenne, Au dos de nos images, 1991-2005 seguito dalle sceneggiature de Le Fils e di l'Enfant di Jean-Pierre et Luc Dardenne, La Librairie du XXIe siècle, Edition du Seuil, 2005

Per gentile concessione di Edition du Seuil.

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