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FILM / RECENSIONI

Caos calmo

di 

- Il caos calmo è un dolore che non si manifesta all'esterno. Parole di Nanni Moretti, protagonista di questo dramma diretto da Antonello Grimaldi, in concorso alla Berlinale

Il caos calmo è un dolore che non si manifesta all'esterno, un vulcano che non esplode. Parole di Nanni Moretti, protagonista assoluto di questo dramma diretto da Antonello Grimaldi, selezionato in concorso alla Berlinale.

L'attore-regista è al centro della storia tratta dall'omonimo best seller di Sandro Veronesi e notevolmente semplificata in sceneggiatura (che è stata scritta dalla stesso Moretti con Laura Paolucci e Francesco Piccolo): Pietro Paladini, manager di un network tv, rimane ore nel giardino di fronte alla scuola della figlia, aspettando che la bambina esca. In estate è morta d'improvviso la moglie Lara, mentre lui era assente, al mare, e stava coraggiosamente salvando una donna (Isabella Ferrari) che rischiava di annegare. Ora Pietro è preda di una quiete innaturale, e vive il suo lutto come un calmo caos, assieme alla figlia. Il suo mondo ruota attorno a quel giardino e a quella panchina. Tutti vanno a trovarlo lì, come fosse un guru del dolore: il fratello Carlo (Alessandro Gassman), la cognata Marta (Valeria Golino), i colleghi (Silvio Orlando, Hippolyte Girardot, Denis Podalydès).

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All'interno della sua azienda si sta consumando una lotta di potere, è alle porte la fusione con una grande azienda americana e tutti vogliono conoscere la sua posizione. Ma Pietro è altrove, aspetta soltanto l'esplosione del proprio senso di colpa, di una devastante disperazione che sembra sospesa e che mai arriva.

Moretti recita il ruolo con convinzione e il fatto che non sia mai stato un attore a tutti gli effetti ma un "personaggio" che reinterpreta solo se stesso, rafforzerebbe l'idea di una "morettizzazione" del film e del protagonista. Però c'è una effettiva e assoluta corrispondenza tra il personaggio Nanni Moretti e il personaggio Pietro Paladini del romanzo e non a caso Sandro Veronesi cita il regista tra le persone da ringraziare per averlo aiutato nella stesura del libro. Tic e manie sono le stesse del Michele Apicella di tanti film di Moretti (come quella di compilare mentalmente degli elenchi: compagnie aeree con cui ho volato, cose che non sapevo di mia moglie, posti dove non tornerò più) e danno al film un tocco di ironia che alleggerisce tanta afflizione. Una afflizione che ricorda da vicino La stanza del figlio [+leggi anche:
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, ma allo stesso tempo ne marca le differenze. “Nel mio film” - spiega il regista romano - c’è un nucleo familiare che va in frantumi dopo l’evento luttuoso. In Caos calmo, invece, dal dolore nascono rapporti nuovi ed avviene un consolidamento tra i vari personaggi".

Oltre all'aspetto esistenziale, alla capacità di rinascere del protagonista, ad affascinare Moretti deve essere stato anche l'aspetto "politico", con i riferimenti all'industria cinematografica e ai suoi mille problemi (c'è una esplicita battuta del Pietro Paladini manager televisivo al telefono: "è da tanto tempo che aiutiamo il cinema italiano!"), con quella apparizione di Roman Polanski, tycoon a metà strada tra Silvio Berlusconi e Rupert Murdoch (l'intera vicenda rispecchia l'acquisizione di Tele+ da parte di Murdoch e la conseguente nascita di Sky in Italia alcuni anni fa), con la possibilità insomma di tentare una riflessione su quello che accade alle persone, oltre che alle aziende, quando vi è una fusione, sui drammi personali, l'arrivismo, i valori dell'amicizia in una società che sembra assopita sotto un vulcano che non esplode mai.

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