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FILM / RECENSIONI

Tricks

di 

- Una sfilza di premi in tutto il mondo per un'opera polacca che coniuga cinema d'autore e successo commerciale, dialoghi brillanti e magia poetica

Andrzej Jakimowski è riuscito in ciò che di più difficile c'è per un artista che ha già ottenuto uno spettacolare successo al suo esordio: il suo secondo lungometraggio, Tricks [+leggi anche:
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scheda film
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, è stato accolto da pubblico e critica internazionale con lo stesso entusiasmo della sua pluripremiata opera prima, Squint Your Eyes (2003). Due titoli che fanno dell'autore un vero e proprio collezionista di statuette, tra cui quattro Aquile assegnate dalla Polish Film Academy nel 2004, il Gran Premio IFF Sochi Golden Rose 2004 e il San Francisco Sky Prize per il suo primo film. Tricks, invece, ha vinto nel 2007 il Gran Premio Golden Eagles al Festival del cinema polacco di Gdynia, un Premio speciale della giuria a Mannheim-Heidelberg e a Sao Paulo, e un Gran Premio Tbilissi, senza dimenticare il Label Europa Cinema per il miglior film europeo, attribuitogli alla Mostra di Venezia dopo il passaggio alle Giornate degli Autori.

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I due film di Jakimowski rappresentano un esempio raro in Polonia di matrimonio perfetto tra il cinema d'autore (di buon livello artistico) e il successo commerciale. Benché le tematiche dei due film siano molto diverse tra loro, essi sono realizzati con uno stesso stile, al contempo poetico e semplice, senza pretese. A questo linguaggio, alla portata di tutti, si aggancia un tema universale: quello del bisogno dell'altro, della presenza e dei legami con il prossimo.

La storia di Tricks è raccontata dalla prospettiva di un bambino. Il regista mette in scena Stefek, un ragazzo di 6 anni, e sua sorella Elka, 17 anni. Il ragazzo è in vacanza ed è affidato alla sorella, che la sera lavora in un bar e di giorno si prepara per un colloquio in una grande impresa internazionale. Un giorno, alla stazione, i due scorgono loro padre, che ha abbandonato la famiglia dopo la nascita di Stefek. Il giovane lancia allora una sfida al destino: mette in moto una serie di avvenimenti che, secondo lui, serviranno a riavvicinarlo al padre. Ma le cose vanno male. Stefek, senza perdere la speranza, prova ogni tipo di astuzia, prima di tentare quella più rischiosa di tutte...

Con questo tema della "cattura" del padre perduto e il punto di vista di un bambino, il film avrebbe potuto facilmente scadere in un sentimentalismo piatto e banale. Ma grazie a dialoghi brillanti, a un umorismo distaccato e a una musica (firmata da Tomasz Gassowski) a metà tra il nostalgico e il grottesco, Tricks diventa una storia pura e naturale, con tratti di magia poetica. Da notare la performance degli interpreti: Jakimowski ha ingaggiato anche stavolta attori non professionisti, come nel suo primo film. Damian Ul impersona Stefek con una sensibilità straordinaria, con naturalezza e verità, cosa che pubblico e critica hanno saputo apprezzare (Ul ha vinto il premio come migliore attore al Festival di Tokyo 2007 ed è stato nominato ai Polish Eagles nel 2008), così come il talento degli altri interpreti: Ewelina Walendziak (nei panni di Elka) e Rafal Guzniczak-Sobczak (Jerzy), già presente in Squint Your Eyes.

La composizione di Jakimowski perderebbe di fascino se non ci fosse una certa affettazione a livello d'atmosfera (che fa restare lo spettatore incollato alla poltrona anche dopo la fine della proiezione), che gioca soprattutto su immagini cariche di luce e di un sole onnipresente, grazie alla maestria del direttore della fotografia Adam Bajerski (già partner del regista per Squint Your Eyes e attualmente impegnato nel prossimo lungometraggio di Krzysztof Zanussi, Le cœur sur la main). A ciò si aggiunge una scenografia che trasforma la realtà grigia della provincia polacca in un mondo in qualche modo magico e, infine, una musica che evoca il cinema italiano degli Anni '60, con le sue storie d'amore e di motociclette.

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