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VENEZIA 2013 Giornate degli Autori

Three Many Weddings, Bridget Jones in versione mediterranea

di 

- Il film diretto dallo spagnolo Javier Ruiz Caldera è una divertente commedia romantica con protagonista Inma Cuesta

Three Many Weddings, Bridget Jones in versione mediterranea

Essere scaricata dal proprio fidanzato è già un duro colpo, se poi accade a un pranzo di matrimonio, si sfiora il paradosso. Ma per Ruth, è solo il primo di una lunga serie: single, sarà invitata ad altri tre matrimoni nel giro di un mese… e gli sposi sono tutti suoi ex. Dopo due grandi successi di pubblico in Spagna (Spanish Movie [+leggi anche:
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), Javier Ruiz Caldera firma una divertente commedia romantica, Three Many Weddings [+leggi anche:
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intervista: Javier Ruiz Caldera
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(Tres bodas de más, lett. tre matrimoni di troppo)), scelta per chiudere in risata la 10ma edizione delle Giornate degli Autori di Venezia.

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Ruth (interpretata con grande naturalezza da Inma Cuesta) è una biologa marina dalla tormentata vita sentimentale. Decide che sì, parteciperà ai matrimoni dei suoi ex per non apparire una zitella acida, ma l'unica persona che riesce a convincere ad accompagnarla è il suo stagista (Martín Rivas). Ogni matrimonio offrirà situazioni tragicomiche: il primo è del suo ex surfista, divoratore di torte allucinogene; il secondo è di un ex fidanzato che nel frattempo è diventato una bellissima donna; il terzo è dell'uomo che l'ha scaricata a inizio film, apparentemente allergico ai legami stabili, e che invece in poche settimane ha trovato la donna della sua vita. A uno di questi, Ruth incontra un uomo che le piace, un chirurgo plastico un po' imbranato (Quim Gutiérrez): sembra la volta buona. Ma immancabili colpi di scena rimetteranno tutto in discussione.

Inma Cuesta (vista, fra gli altri, in Blancanieves [+leggi anche:
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intervista: Pablo Berger
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di Pablo Berger) è al suo primo ruolo comico, e offre una riuscitissima versione di Bridget Jones in chiave mediterranea: è buffa, al terzo bicchiere di vino finisce a letto con personaggi improbabili (e non ricorda niente), canta a squarciagola canzoni strappalacrime anni '80. Esilaranti i duetti con la madre, drogata di palestra e mangiatrice di uomini (a pagamento), interpretata dall'indimenticabile "chica Almodóvar" Rossy de Palma. Come la storia andrà a finire lo si intuisce sin dall'inizio, nella migliore tradizione delle commedie romantiche, ma ciò non esclude guizzi sorprendenti, anche politicamente scorretti, e trovate che avrebbero potuto risultare triviali se non fossero state così ben inserite nella vertiginosa concatenazione di eventi (vedi la scena dell'attacco di dissenteria).

Gli sceneggiatori del film (Breixo Corral e Pablo Alén) provengono dalla televisione, hanno scritto diverse puntate della serie di successo El Internado, che aveva tra i suoi protagonisti proprio Martín Rivas. Non c'è un dialogo sbagliato, il ritmo è incalzante, e alla fine del film – prodotto da Think Studio, Ciudadano Ciskul Apaches Entertainment e A3 Media Cine, e venduto nel mondo da Film Factory Entertainment – viene voglia di rivedere al più presto Inma Cuesta nei panni di eroina di commedia.

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