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BERLINALE 2015 Concorso

Aferim!: un racconto di schiavitù gitana nella Romania del XIX secolo

di 

- BERLINO 2015: Il terzo lungometraggio di Radu Jude esplora le disuguaglianze sociali di quei tempi, ma anche il rapporto che abbiamo con il passato

Aferim!: un racconto di schiavitù gitana nella Romania del XIX secolo

Presentato in concorso alla Berlinale, il dramma storico in bianco e nero di Radu Jude Aferim! [+leggi anche:
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è la prova che il cinema rumeno sta esplorando nuovi generi e temi: gli eventi si svolgono nella Valacchia del 1835 (regione meridionale della Romania), dove il gendarme Costandin (Teodor Corban) inizia un viaggio con il figlio, Ioniţă (l'esordiente Mihai Comănoiu), per cercare uno schiavo Rom fuggito dalla tenuta del suo boiardo dopo aver avuto una relazione con la moglie. La posta in gioco è alta per Costandin, in un mondo in cui i potenti hanno il diritto di decidere sulla vita e la morte dei deboli: sapendo che i suoi giorni come gendarme sono contati, l'anziano protagonista spera che riportando indietro lo zingaro, entrerà nelle grazie del boiardo, garantendo così una carriera militare di successo per il giovane Ioniţă.

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Previsto nelle sale nazionali il 6 marzo, Aferim! può rivelarsi controverso in Romania, dove le informazioni sulla schiavitù Rom durante il passato del Paese sono state accuratamente raccolte durante il regime comunista, e dove la questione è politicamente più rilevante di quanto non sia nel resto d'Europa. La sceneggiatura scritta da Jude insieme con Florin Lăzărescu narra le peripezie di Costandin, e i diversi incontri con personaggi pittoreschi dipingono un ritratto sia della Romania del XIX secolo che dell'Europa di oggi, ancora immensamente frammentata, nonostante decenni di sforzi di unificazione. Una conversazione con un personaggio che descrive - in un monologo intriso di pregiudizi - le caratteristiche e le personalità dei paesi e dei popoli confinanti con la Romania farà ridere il pubblico e, si spera, riflettere su ciò che è cambiato nel corso degli ultimi 180 anni riguardo al modo di vedere coloro che ci circondano.

Le tribolazioni di Costandin e Ioniţă durante la loro ricerca dello schiavo fuggiasco Carfin (Cuzin Toma) evidenziano una serie di sfide sociali della Romania del XIX secolo: religione, gerarchie, schiavitù, rapporti fra ricchi e poveri, tra padri e figli, e tra mariti e mogli, tutto visto attraverso gli occhi di Costandin. Questo protagonista imperfetto ma amabile non perde occasione per commentare, utilizzando proverbi in rima, barzellette, arguzie e persino indovinelli (un incubo per qualsiasi traduttore) per esprimere il suo punto di vista sulla realtà di quei tempi. La sceneggiatura utilizza questi elementi folkloristici come un invito per il pubblico a riflettere sulle differenze - ma soprattutto sulle somiglianze - tra il passato e il presente.

Con un notevole sforzo produttivo, Aferim! riempie lo schermo con feste di paese, locande rumorose e strade di campagna vuote, su cui un buon cavallo valeva più di un'auto ai giorni nostri. È questa una caratteristica molto rara per il cinema rumeno ostinatamente minimalista, e uno sforzo coraggioso dal regista Jude e della produttrice Ada Solomon. Tutto è girato in un esuberante bianco e nero dalla camera del direttore della fotografia Marius Panduru, una scelta estetica che fa percepire gli eventi sullo schermo, anche se familiari e con le loro conseguenze nel presente, come appartenenti a un'epoca remota.

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(Tradotto dall'inglese)

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