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CANNES 2016 Directors' Fortnight

Mercenaire: Il prezzo della libertà

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- CANNES 2016: Raccontando il viaggio lungo e tortuoso di un giovane giocatore di rugby da Wallis e Futuna alla Francia, Sacha Wolff ha realizzato una meravigliosa e illuminante opera prima

Mercenaire: Il prezzo della libertà
Toki Pilioko in Mercenaire

Chiamato “tipo carino” nel giro del rugby, un diciannovenne di 111 kg, con muscoli in abbondanza e tatuaggi sparsi su tutto il corpo, difficilmente rientra nella tipologia di personaggio tipo del cinema francese, eppure, è il protagonista della potente opera prima di Sascha Wolff, Mercenaire [+leggi anche:
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intervista: Sacha Wolff
scheda film
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, svelato in occasione della Directors' Fortnight alla 69° edizione del Festival di Cannes. Bisognerebbe ricordarsi che questo gigantesco ragazzo, Soane (Toki Pilioko), è originario dell'altra parte del mondo, nato a Wallis e Futuna – un territorio francese oltreoceano, che si trova da qualche parte tra la Nuova Caledonia e Tahiti – e il suo viaggio dagli antipodi alla sua carriera nel rugby professionistico in Francia non è stata certo facile. Un viaggio semplice, emozionante e crudele, raccontato con grande maestria dal regista, che, sullo sfondo di questo viaggio ha parlato anche di tematiche forti come il cammino verso l'età adulta, le divisioni culturali, il neo-colonialismo nello sport e il potere corrosivo dei soldi sui valori spirituali.

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Scoperto dal preoccupante Abraham (Laurent Pakihivatau), un agente sportivo che non è così meticoloso nelle sue scelte (“vogliono il più giovane, il più pesante. Se non è lui, sarà qualcun'altro”), Soane afferra questa possibilità per il suo futuro, sognando di liberarsi dalla povertà e, cosa più importante, di emanciparsi da un padre la cui vita gira intorno alle pistole, l'alcol, le punizioni; un padre che addirittura lo rinnega (“Pensi di essere un uomo”) e lo caccia con violenza dall'isola (bruciando tutto ciò che il figlio possedeva) dopo una cerimonia di addio (“La comunità sta perdendo un bambino, ma io, sto perdendo un figlio”). Senza valigie, in infradito, pantaloncini e maglietta, e con una Bibbia sempre al sicuro nella sua tasca, il nostro giovane isolano viene catapultato nella realtà francese contemporanea, dove lo aspetta una doccia fredda che smorzerà i suoi spiriti. “Quanto pesi?”, gli chiede dubbioso il reclutatore che è andato a prenderlo in aeroporto. Questa domanda è seguita rapidamente da un “Mi dispiace, fai un buon viaggio di ritorno verso casa”, dopo che il reclutatore, furioso, ha chiamato Abraham, che si rifiuta di pagare il viaggio di ritorno. Accolto da un suo “connazionale” (Mikaele Tuugahala), un giocatore professionista dell'Agen che prova pietà per il ragazzo, Soane inizia a giocare in un club semi-professionistico nel sud-ovest della Francia (“Dagli una possibilità: se va bene, lo vendi, ti  prendi la tua parte e tutti sono felici”) per uno stipendio mensile di 400 € e una sistemazione provvisoria; inoltre, lavora qualche notte come buttafuori in un nightclub del posto, il Golgotha. Benvenuti nel mondo del rugby francese, con i suoi “dolci magici” prescritti dai dottori (“Un programma per aumentare la massa muscolare”) e i suoi test anti-doping truccati, le partite che spesso oltrepassano i confini della normale aggressività, il “terzo tempo” inondato di alcol, l'invidia all'interno dello spogliatoio e le donne facili (“Sono solo quello grasso che si scopa chiunque”) - ma ci sono anche la speranza di diventare un giocatore professionista e l'amicizia tra giocatori di nazionalità diverse, dal momento che il dolce Soane non è considerato francese, nonostante lo sia. Fino a quando, un giorno, si rivede Abraham che è venuto a chiedere la sua parte (“Pensi di essere più forte di me?”), e Soane i trova davanti ad un bivio: sottomettersi o combattere per la propria liberta, con il rischio di diventare un “fottuto mercenario”.

Nel modo in cui presta grande attenzione agli elementi simbolici e costruisce delle riprese tali da essere sempre il più vicino possibile al corpo, specialmente durante le credibilissime sequenze che riprendono le partite di rugby, Sascha Wolff (che ha anche scritto la sceneggiatura) ha presentato Mercenaire come un'opera prima unica nel contesto dell'industria cinematografica europea in espansione che raramente pensa fuori dagli schemi (da un punto di vista geografico, culturale, o semplicemente di argomenti trattati e generi). La scelta di un plot dedicato esclusivamente a Soane ha come conseguenza il piccolo difetto di trattare in maniera troppo semplicistica i personaggi secondari del film. Tuttavia, alla fine dei giochi, il film lascia nello spettatore solo impressioni positive e la curiosità di vedere il prossimo film del regista. 

Le vendite internazionali del film sono curate dalla Be For Films

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(Tradotto dal francese)

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