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IFFR 2018 Deep Focus Signatures

Insect: gli insetti surreali di Jan Švankmajer

di 

- Il nuovo film del maestro ceco è un'opera ricca di inventiva e immaginazione

Insect: gli insetti surreali di Jan Švankmajer
Jiří Lábus in Insect

Sono varie le storie che si intrecciano nel ritorno al cinema dopo otto anni di Jan Švankmajer. Il suo nuovo film, Insect [+leggi anche:
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intervista: Jan Švankmajer
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, è stato presentato al Festival di Rotterdam nella sezione Deep Focus - Signatures e si tratta di un'opera ibrida che lavora su vari livelli: una compagnia teatrale che prepara una pièce dai due finali, uno ottimista e uno pessimista; il making of del film; il making of del making of.

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A partire dalla satira dei fratelli Čapek, il regista ceco sviluppa una complessa riflessione sulla cinematografia moderna nonostante dichiari da subito non solo che il film non abbia alcun intento morale, ma che la composizione sia molto semplice: piani brevi, personaggi privi di spessore psicologico, piccoli inserti di animazione. Ovviamente l'autore ci svela il trucco in corso d'opera, come si potrebbe infatti rappresentare un'opera satirica senza fare satira? E se i personaggi sono privi di spessore psicologico come ci dice l'autore, perché indagare su quello degli attori che li interpretano, interpretandone a loro volta i sogni? Ogni attore del film fa infatti tre parti e ogni attore è anche un insetto, le continue metamorfosi a cui assistiamo non assolvono nessuno e il surrealismo ha funzione palliativa, ridicolizzare il potere serve solo ad alleviarne il peso schiacciante.

Su questo assunto si fonda l'opera di Svankmajer, in continuità con la tradizione della satira politica ceca che parte da Kafka, passando appunto da i fratelli Čapek, lo scrittore Jaroslav Hašek e il regista Jan Němec, al quale proprio il festival di Rotterdam ha dedicato un retrospettiva l'anno scorso e che fu uno degli esponenti della nouvelle vague ceca insieme allo stesso Jan Svankmajer; non è un caso infatti che Insect abbia tratti di stile che ricordano The Wolf from Royal Vineyard Street [+leggi anche:
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intervista: Tomáš Klein
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, l'ultimo film di Němec girato appena due anni fa.

Gli insetti antropomorfi ripresi e disegnati da Svankmajer sono chiaramente piccolo borghesi, egoisti e gretti, che provocano orrore alla sola vista, non c'è possibilità di redenzione.

Non meno interessante è la parte del making of, che insieme ad alcuni richiami ai maestri surrealisti (il caffè che si trasforma in formiche è un piccolo omaggio a Un chien andalou di Buñuel), diventa un capitolo da manuale del cinema secondo Svankmajer: vediamo infatti il regista mentre dirige la troupe o mentre discute dell'importanza di un taglio e vediamo come siano state alcune realizzate alcune scene e gli effetti d'animazione.

Il film mantiene per tutta la durata il tono didascalico e speculare dell'inizio, con una ricchezza di costumi e un crescendo di inventiva che terminano con un “ve l'avevo detto” che solo pochi artisti (e artigiani) come Jan Svankmajer si possono permettere, a differenza dei tanti che svolazzano nello sciame odierno.

Il film è stato prodotto da Athanor - Film Production Company, con il supporto de fondi Creative Media e un crowdfunding su Indie Go-Go e verra' distribuito da Athanor.

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