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Ritratto di Marie du Bled

di 

- Un doppio ruolo di coprotagonista e di voce narrante per il suo esordio cinematografico. Un rischio calcolato per il regista, perché Marie buca lo schermo

Prima ancora di varcare la soglia della scuola di cinema IAD, Marie Du Bled si è imbarcata nell'avventura Ultranova [+leggi anche:
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intervista: Bouli Lanners
scheda film
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che la vede nel ruolo di coprotagonista e di voce narrante. Un rischio che il regista Bouli Lanners non ha preso invano, perché la ragazza buca lo schermo. Ci racconta la sua esperienza e il suo futuro con tutto l'entusiasmo di una bella ragazza di 18 anni, ma provvista anche di un forte senso del realismo. Il suo percorso riflette forse un nuovo modo di intraprendere il mestiere di attore, tra una promozione della cultura nelle scuole e la pressione di un mondo del lavoro sempre più aspro. Come fanno a trovare un posto gli attori di domani forzati a rimettersi in gioco tra la svalutazione del classico percorso, come la scuola di recitazione, e la moltiplicazione di forme d'espressione?

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"Per tornare alle origini, il mio primo contatto con la recitazione è avvenuto alla scuola elementare, dove seguivo un atelier in cui si recitavano poemi. Dopo ho seguito un altro atelier parascolastico all'Athénée Charles Janssens. Ma poi mi sono fermata perché questi corsi non mi convincevano, sono rimasta ferma un anno, ma avevo ancora tanta voglia e così mi sono iscritta a un corso all'Accademia. Infine mi sono presentata allo IAD." Un percorso classico e dato che Marie è una giovane attrice che si sta ancora formando, sembra legittimo chiedersi quando è scattato qualcosa in lei. "E' accaduto gradualmente e mi sono decisa all'ultimo minuto. Forse perché era un problema spiegare questa scelta ai miei genitori, anche se non mi hanno mai impedito di intraprendere questa strada. Fino all'ultimo non ero convinta che fosse questa la mia via o piuttosto, sì, ero sicura di volerlo ma non sapevo se era una buona idea.. ecc. Da un lato ho poca fiducia in me stessa e dall'altro si dice spesso che è una carriera molto difficile, che c'è poco spazio e che è difficile restare a vivere in Belgio. In più gli ottimi voti a scuola che mi spingevano verso una carriera universitaria! Non era quindi una scelta evidente anche se il desiderio c'era."

L'evidenza è arrivata più tardi, in parte grazie all'esperienza sul set di Ultranova di cui parla con una scintilla negli occhi. "Mi ha permesso di conoscere questo mondo, del quale non sapevo niente, e mi è piaciuto molto e mi ha aiutato a fare una scelta perché è accaduto durante l'ultimo anno dei miei studi, quindi poco prima della decisione fatidica! E’ stata una grande occasione ed era assolutamente imprevista. Avevo inviato il mio curriculum a Gerda Diddens uno o due anni prima della lavorazione del film e non ero nemmeno sicura che lo avesse ricevuto. Poi, un giorno, un messaggio sulla segreteria telefonica..." Così ai provini: "Ero convinta, senza alcuna falsa modestia, che non sarei stata presa. Avevo ascoltato l'audizione precedente alla mia e all'attrice avevano fatto un sacco di domande sulla sua disponibilità e mi ero detta, Marie se non ti fanno domande sulla tua disponibilità vuol dire che sono tagliata fuori. Mi hanno giusto chiesto quale scuola frequentavo, quindi mi sono detta, niente."

E in effetti non aveva torto. Bouli spiega che non era adatta al ruolo assegnatole all'audizione, ma che, sedotto dalla sua performance, le ha cucito su misura il ruolo d Jeanne, un dettaglio questo che lei scoprirà più tardi. "Jeanne non si trova tra due personaggi, non è schizofrenica, ma è sul filo. Si intuisce che può cadere da un momento all'altro. Si sente che può fare una sciocchezza. Mi ha veramente colpito, è un bel personaggio che Bouli mi ha offerto, ma non ho provato a individuare dei punti in comune o delle divergenze. E' come un incontro tra personaggi reali, si resta colpiti, ma non si capisce veramente perché." Sta a Marie di costruire, durante le riprese, una Jeanne prima simpatica, poi davvero inquietante. Una performance basata sull'istinto, affrontata da autodidatta e senza miti a ispirarla. Riguardo agli altri attori, dice che l'atmosfera era formidabile e che l'hanno messa a suo agio, ma consigli sulla recitazione, nessuno. Un metodo che ha anche i suoi inconvenienti. "Vedere il film finito è stata una grande prova, avevo visto solo dei piccoli estratti e quando si guarda per la prima volta... Io, per l'attrice Marie, ero delusa, ma ci vorrà un po’ di tempo per rivedere il film, prendere distanza dal mio lavoro e apprezzarlo come spettatrice, se è possibile! Conoscendo il copione originale, il risultato è sorprendente. Bouli ha tagliato molto, numerosi personaggi sono scomparsi e inoltre, forse lo imparerò col tempo, mi sento incapace di visualizzare un film a partire da una sceneggiatura e il versante estetico del film mi ha colpita, non me lo aspettavo."

La fortuna ha bussato due volte alla porta di Marie Du Bled offrendole un ruolo da protagonista in un film eccellente, per il quale non possiamo che sperare nel maggior successo possibile. Ma le occasioni a volte devono essere provocate. "Idealmente, vorrei avere tante diverse opportunità. Non voglio abbandonare il teatro malgrado l'esperienza di questo film che mi ha arricchita enormemente." Film che le ha offerto l'occasione di un incontro importante, come solo possono farlo certe situazoni particolari di lavorazione di un film. Solo evocandole Bouli Lanners, non riesce a trattenere il sorriso e quel poco che dice su di lui nasconde molto d più, si sente. "E' un incontro meraviglioso. Bouli è Bouli... è difficile da descrivere, è gentile e non ti mette mai pressione, si prende cura di te. Anche dopo il film resta una persona importante e lui cerca di restare in contatto, come fosse una grande famiglia. Sopratutto a Berlino, è stato davvero come un viaggio di famiglia. Era la prima volta che andavo a Berlino, ma non sono riuscita a visitare la città! E' stata un'occasione per conoscere l'aspetto commerciale del cinema dopo l'esperienza del film, inoltre ci siamo divertiti molto!"

Ormai convinta di aver trovato la sua strada, Marie prende tutto sul serio. "Ho paura di restare ancorata a questo ruolo. Vorrei invece sperimentarne tanti altri per conoscere tutte le mie sfumature. Ogni attore tende ad aver un tipo di recitazione e se non la affina diventa tutto banale. La cosa più dura sarà di avere queste opportunità". Tanto più difficile essere aperta in una carriera appena cominciata in un contesto abbastanza rude. Ma non ci preoccupiamo per Marie Du Bled, venite a verificare sul posto vedendo un film dove danno prova di sé, davanti e dietro alla macchina da presa, numerosi talenti del Belgio.

Intervista video su Cinergie.be

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