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Radu Mihaileanu - Biografia

di 

- Il documentario e la memoria si intrecciano nei tre lungometraggi del regista rumeno

In tutti i film di Radu Mihaileanu si ritrovano tentazione documentaristica e lavoro sulla memoria. Dopo tre lungometraggi per il cinema, il regista rumeno costruisce un film venato delle tematiche forti della memoria, l'identità e l'esilio.

Radu Mihaileanu è nato a Bucarest, nel 1958, in una famiglia ebrea in cui si parlava lo yidddish. Suo padre, Mordechaï Buchman, è un giornalista comunista. Al ritorno dai campi di lavoro nazisti, cambierà il suo nome in Ion Mihaileanu, dandogli una inequivocabile consonanza rumena. Sotto questo nuovo nome scrive la storia di due giovani partigiani che hanno combattuto il regime fascista nella Romania del 1940, la sceneggiatura di Domenica alle 6, primo lungometraggio di un altro rumeno esiliato in Francia, Lucian Pintilie. Nel 1980, Radu Mihaileanu fugge anche lui dal suo Paese piegato al dittatore Ceaucescu.

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Il giovane che contemporaneamente recita in una compagnia teatrale, è autore e regista, prepara già a Bucarest il suo ingresso all’IDHEC (Institut Des Hautes Etudes Cinématographiques) di Parigi. Arriva infatti in Francia passando da Israele.
Assistente alla regia di Marco Ferreri (I love you ,1986 e Come sono buoni i bianchi, 1988), scrive assieme al regista italiano la sceneggiatura di un film prodotto per la tv (Il banchetto di Platone, 1988). In seguito lavora a fianco di Jean-Pierre Mocky (Les saisons du plaisir, 1988), Fernando Trueba (Il sogno della scimmia pazza, 1990), Nicole Garcia (Un week-end su due, 1990) e Edouard Niermans (Il ritorno di Casanova, 1992). Fino alla sceneggiatura e alla realizzazione di Trahir nel 1993. Nel 1998 Train de vie, il suo secondo lungometraggio, lo fa salire alla ribalta internationale (nomination agli oscar nelle categorie miglior sceneggiatura e miglior attore, premio Fipresci a Venezia, premio del pubblico al Sundance, David di Donatello per il miglior film straniero).

Al Festival di Montréal Mihaileanu dedica il prestigioso Gran premio delle Americhe ai suoi genitori "la cui storia è molto simile a questa", la storia di uno scrittore dissidente che, per uscire di prigione, fa un patto col diavolo e offre la sua collaborazione al regime in cambio della possibilità di continuare con la sua arte. Costruito attorno al segreto e all'impostura, Trahir presta ascolto alle lacerazioni d'un individuo preso nella tempesta di una storia collettiva. Con Train de vie, la volontà di documentare la storia si avvale nuovamente sul padre Ion Mihaileanu, e sulle sue descrizioni dei villaggi ebraici dell'Europa centrale. Train de vie racconta degli espedienti di un gruppo di ebrei per sottrarsi alla deportazione. Dopo innumerevoli discussioni e grazie all’idea del "matto" del villaggio, decidono di organizzare un treno di falsi deportati. Loro stessi saranno al contempo i deportati, i meccanici, i tedeschi, gli ufficiali e i soldati. Supereranno così gli sbarramenti e le linee tedesche per raggiungere la Terra Promessa. Radu Mihaileanu l'ha ripetuto molte volte: questo film è un omaggio ai morti e ai sopravvissuti, un atto di resistenza alla faccia degli ultimi nazisti, che sopravvivono ancora da qualche parte in Sudamerica. Lavoro di riparazione di una coscienza collettiva, il film riportando alla vita una comunità, la sua cultura e il suo humour, si dimostra anche un lavoro sulla memoria.


Filmografia de Radu Mihaileanu

2005, Va, vis et deviens
2002, Les Pygmées de Carlo, TV
1998, Train de vie
1997, Bonjour Antoine, TV
1993, Trahir
1989, Mensonge d’un clochard
1984, Naissance de Blimp
1983, Happy End, court métrage
1981, Un Vieux, court métrage
1980, Les Quatre saisons, court métrage

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(Tradotto dal francese)

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