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Nathalie Boutefeu • Attrice

Le multiple fonti dell'imaginario

di 

- La protagonista di Les Yeux Clairs, racconta a Cineuropa la nascita e la realizzazione del film

E' la protagonista di Les Yeux Clairs, film in cui la cinepresa la insegue dalla prima all'ultima inquadratura: Nathalie Boutefeu racconta a Cineuropa la nascita e la realizzazione del film. L'attrice in dieci anni di carriera ha incrociato la strada di registi come Patrice Chéreau (Son frère), Marc Recha (Pau et son frère) e Arnaud Despleschin (Rois et reine).

Cosa l'ha conquistata della storia di Les Yeux Clairs a tal punto da chiedere al regista di sviluppare la sceneggiatura?
Nathalie Boutefeu: Il copione era di un cortometraggio interessante, ma il soggetto valeva molto di più e meritava di essere sviluppato come lungometraggio. Il personaggio di Fanny in particolare era molto originale e intrigante, totalmente nuovo e inatteso per me. Mi attirava la storia della trasformazione di questa donna. Ma sappiamo perché ci piace un personaggio? Come nella vita reale, sappiamo cosa ci piace, ma non sappiamo tutto.

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Come si è preparata per espimere la personalità schizofrenica della protagonista Fanny?
Abbiamo discusso molto con Jérôme. Lui ha elaborato e inventato il personaggio, io ho cercato di raccogliere tutte le informazioni possibili su un personaggio del genere. Abbiamo parlato delle favole, in particolare dei racconti dei fratelli Grimm. Abbiamo rivisto insieme dei film, tra i quali La mosca di Cronenberg e Qualcuno volò sul nido del cuculo e abbiamo anche studiato dei quadri di Munch. Ma ad ispirarmi di più è stato il personaggio di Mouchette del romanzo di Bernanos per la sua indole selvaggia. Tutti questi elementi si sono accumulati. Quel che conta quando si lavora su un ruolo, è riunire tutto questo immaginario, aggiungendolo magari anche a quel che ho visto in persone che ho conosciuto e che condividono la stessa condizione psicologica di Fanny. Però, niente era preparato veramente e non sapevo effetto avrebbe avuto una volta sul set.

Cosa caratterizza Jérôme Bonell, con il quale ha girato due corti e due lungometraggi?
Jérôme è maturato molto. Sa esattamente dove vuole posare il proprio sguardo. Adora gli attori e offre loro molta libertà d'azione cercando al tempo stesso il modo di seguire questa libertà con la cinepresa. Ma per Les Yeux Clairs ha tenuto sempre la macchina da presa fissa su un piedistallo. Però si può trovare la stessa libertà anche in 20 metri quadrati.

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