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Pierre Todeschini • Distributore

Acadra Distribution

di 

- Il punto di vista del distributore francese di Mi piace lavorare, dirigente di Acadra Distribution e consigliere delegato del Festival Annecy Cinéma Italien

Il punto di vista del distributore francese di Mi piace lavorare. Dirigente di Acadra Distribution e consigliere delegato del Festival Annecy Cinéma Italien, Pierre Todeschini è anche presidente della CICAE (Confédération International des cinémas art & essai)

Perché ha deciso di distribuire Mi piace lavorare?
Mi sembrava assurdo che il film non fosse stato distribuito. Acadra è stata fondata perché un certo numero di film presentati al Festival di Annecy non trovavano una distribuzione e desideravamo portare nelle sale francesi il nuovo cinema italiano. Francesca Comencini ha vinto il premio Sergio Leone ad Annecy, un riconoscimento assegnato ad autori che meritano una visibilità internazionale. Per l'uscita abbiamo lavorato con delle associazioni di esercenti e dei raggruppamenti regionali e il film, uscito il 9 marzo con 12 copie, è programmato per ora fino alla fine di giugno.

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A che punto è la circolazione dei film di essai europei nelle sale del vecchio continente?
E' insufficiente, per non dire catastrofica. I film non nazionali rappresentano circa il 7 per cento in media della frequenza in sala nei paesi europei, e questo 7 per cento è monopolizzato da tre o quattro produzioni. La mancanza di diversità di queste cinematografie è estrememente imbarazzante: spesso i film che ottengono un buon successo di pubblico (all'eccezione di pellicole come Good Bye, Lenin) non sono rappresentative di una identità culturale. Come regola generale, i film europei d'essai sono produzioni low budget senza i mezzi per motivare una distribuzione forte in altri paesi. Inoltre, da tempo le televisioni non comprano più i film dei paesi vicini, a parte alcune pellicole con grandi nomi. Bisogna lavorare sulla lunga distanza con delle iniziative simili a quella lanciata dalla Cicae, Cinédiversité. E' fondamentale ridare il gusto e la voglia di questa diversità culturale e bisogna contare su un volontariato che va dai distributori al pubblico e agli esercenti. Bisogna rimettere in moto la macchina.

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