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Christophe Rossignon • Produttore

"26 partner francesi e stranieri"

di 

- Fondatore della Nord-Ouest Productions nel 1999, dopo aver lavorato per Lazennec, Christophe Rossignon racconta a Cineuropa le peripezie del montaggio finanziario e delle riprese del film

Ancora una volta, delle difficoltà superate con energia dal produttore dei primi film di Mathieu Kassovitz, Tran Anh Hung, Yann Samuell e chiaramente di Christian Carion, e che ha lavorato anche con Gaspard Noé su Irreversibile. Nei suoi programmi per il 2005-2006 ci sono i prossimi film di Philippe Lioret (Je Vais Bien, Ne T'en Fais Pas) e Michel Ocelot (Azur et Asmar).

Cineuropa: Come avete coperto il budget di 18 milioni di euro di Joyeux Noël [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Christian Carion
intervista: Christophe Rossignon
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Christophe Rossignon: Ho capito subito che si trattava di un film costoso che non si poteva fare senza grandi investitori. Ma i grandi gruppi non hanno compreso il progetto ed erano convinti che con Una lunga domenica di Passioni, si fosse parlato a sufficienza della Grande Guerra. Ho ascoltato molti commenti spiacevoli sul film e sul pacifismo, degli argomenti tabù. Non ce l'ho con nessuno, perché il progetto sulla carta non sembrava abbastanza allettante. Per cui è stato necessario montare complesse co-produzioni con l'Estero, pre-vendere il film, collezionare un gran numero di partner. E' stato un processo lungo e difficile. La regione Nord-Pas-de-Calais è stata la prima ad appoggiare il progetto, paragonando il film a Germinal, una garanzia molto importante per noi dato che la regione del nord è un'area fortemente segnata dalla guerra del 14-18. Essendo la Germania, L'inghilterra ed il Belgio nazioni legate a questa guerra così come lo è la Francia, ovviamente ho cercato co-produttori in questi paesi, perchè sapevo che la storia avrebbe significato qualcosa anche lì. Patrick Quinet (Artémis Productions - Belgio) è un amico, e appena possibile ci diamo una mano a co-produrre insieme i rispettivi progetti. Allo stesso modo, ho dato molto presto il progetto a Bertrand Faivre (The Bureau - UK) sapendo che in Inghilterra ci sono importanti fonti di finanziamento. Per la Germania è stato più difficile, ma Daniel Marquet (Group One) ha sbloccato la situazione trovando un partner tedesco e prevendendo il film in Giappone (un affare molto buono per i compratori a monte). Questa vendita ha stupito tutti perché se i giapponesi avevano deciso di comprare il film sulla base della sceneggiatura, voleva dire che Joyeux Noël era veramente una storia universale. Questo fatto è servito a rinfrancare certi nterlocutori che in prima battuta avevano rifiutato il progetto e poi hanno finito col prendervi parte, come Canal + e TF1 Films Production. Per quanto riguarda il sostegno del CNC, non avendo preso il finanziamento alla prima istanza, ho presentato domanda una seconda volta. Ci hanno dato 270 000 euro, pari a 1,5 % del budget contro il 10% dei ricavi, una sovvenzione che mi è costata cara, ma posso comunque andare orgoglioso del fatto che restituirò il prestito in tempi record. Alla fine il film è stato montato con l'intervento di 26 partner francesi e stranieri in tutto.

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Come avete scelto le location?
Volevamo girare il film in Francia per motivi di comodità. Era necessario trovare 10 ettari di terreno libero per ricostruire la scena ed isolarlo completamente dal punto di vista della visuale, del suono e della tranquillità. In Francia, terreni abbandonati di questo genere esistono solo in montagna, ma le nostre negoziazioni con dei grandi proprietari non sono andate a buon fine. In seguito, il Ministero della Difesa ci ha offerto una possibilità perfetta, ma le alte gerarchie militari ci hanno negato l'autorizzazione alla vigilia della fase di preparazione. Per loro, i nostri soldati non erano degli eroi ma dei traditori. 90 anni dopo ritenevamo di poter dire che i soldati di Joyeux Noël avevano fraternizzato con il nemico. E allora ? Erano dalla parte del giusto dato che questa guerra ha fatto dieci milioni di morti per niente. Con il campo militare ricostruito in Francia avremmo potuto risparmiare 2,5 milioni di euro. Abbiamo cercato senza successo in Belgio ed in Germania per trovare finalmente ciò di cui avevamo bisogno in Romania, dove tutto è andato bene (a parte la difficoltà di trovare dei rossi che dovevano fare gli inglesi e dei biondi per i tedeschi). Abbiamo girato quattro settimane in Francia, una in Germania, una in Scozia e sette in Romania.

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