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José Luís Carvalhosa • coproduttore

"Non sono un produttore all’americana”

di 

- José Luís Carvalhosa ci racconta la sua esperienza di co-produttore in Sud Express e ci parla dei progetti della sua società di produzione, la Fábrica de Imagens

Cineuropa : Di cosa si occupa la sua società, Fábrica de Imagens?
José Luís Carvalhosa: Fábrica de Imagens produce per il cinema e per la televisione. Tentiamo sempre di entrare in progetti di qualità. Siamo stati i produttori portoghesi per la Disney per undici anni (di solito questa major fa contratti triennali ad una società di produzione in ogni paese). Abbiamo un progetto per la seconda stagione di un programma sulle scienze (matematica, chimica, fisica…) per tutti i tipi di pubblico. La prima stagione è stata un vero successo. Per quanto riguarda il cinema, sin dagli anni ’90 abbiamo lavorato con l’Italia, la Spagna e la Francia. Per esempio, abbiamo co-prodotto Sostiene Pereira di Roberto Faenza, uno degli ultimi film di Marcello Mastroianni. Abbiamo prodotto anche film nazionali come Le bassin de John Wayne di João César Monteiro e António, um rapaz de Lisboa di João César Monteiro...

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Non conoscevo la Artimaña Producciones, ma Gabriel Velázquez ci ha contattato, dicendo che stava cercando un co-produttore portoghese per un progetto sul Sud Express. Ero molto interessato all’argomento, perché il Sud Express era un treno mitico che mi ricordava molto gli anni ’60. Ciononostante, nessuno di noi si è impegnato formalmente per molto tempo. Alla fine, ci siamo incontrati in Spagna e abbiamo deciso di sviluppare il progetto insieme. A quel punto, ho cercato finanziamenti in Portogallo. L’ICAM ha sovvenzionato il progetto e abbiamo firmato un contratto per i diritti televisivi con la RTP.

Come è stato lavorare con Chema de la Peña e Gabriel Vélazquez in qualità di co-produttore?
Ho iniziato la mia carriera nel cinema come direttore della fotografia. Sarà forse per questa ragione che non ho l’atteggiamento cinico tipico del produttore classico. Non sono un produttore all’americana, per intenderci. Sono andato sul set, naturalmente, ma ho lasciato che i registi facessero il loro lavoro, e loro lo hanno fatto bene. Credo sia la migliore coppia di registi con cui ho avuto l’opportunità di lavorare sinora, nella preparazione come durante le riprese del film. Avevano un’incredibile capacità e serenità nell’affrontare e risolvere i soliti problemi che sorgono quando si gira un film. Credo che gli attori non fossero affatto disturbati dall’essere diretti da due persone anziché da una, e penso che traspaia nelle loro interpretazioni. Erano autentici ed equilibrati, anche se il cast era quasi completamente formato da attori non professionisti.

Come mai avete scelto Tino Guimarães e Lídia Pinville per interpretare la coppia che si rincontra dopo 28 anni? Lucia, una donna portoghese immigrata in Francia, ha un accento che si direbbe brasiliano...
Tino Guimarães lavora con me nella Fábrica de Imagens. Ritengo abbia fatto uno splendido lavoro. Lidia Pinville è una donna francese innamorata della cultura lusitana. Ha imparato il portoghese con dei brasiliani, ecco la ragione del suo accento particolare. La selezione per questo ruolo è stata molto dura. Non solo Lucia era il personaggio più solitario del film – e basta guardare suo marito per comprenderne la ragione – ma, in più, doveva anche essere bilingue (portoghese e francese). Le altre donne che hanno partecipato al casting non avevano problemi da quel punto di vista, ma tutte rifiutavano di spogliarsi e di interpretare la scena d’amore...

Quali sono gli attuali progetti della Fábrica de Imagens?
Stiamo aspettando il finanziamento per due cortometraggi dall’ICAM. Abbiamo in cantiere anche un lungometraggio, la cui sceneggiatura è terminata e per il quale stiamo preparando il business plan.

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