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Franka Potente & Moritz Bleibtreu • Attori

"Al cinema non c’è posto per il cinismo"

di 

- Due dei nomi più importanti del cinema tedesco parlano delle differenze fra il romanzo di Houellebecq e l’adattamento di Oskar Roehler

L’attrice tedesca Franka Potente ha conquistato il mondo con la rossa chioma dell’hit Lola rennt (Lola corre), nel quale l’atletica fanciulla doveva salvare il fidanzato, interpretato da Moritz Bleibtreu, da una serie di problemi. Entrambi sono diventati da allora delle star in patria, e volti sempre più noti all’estero. Il regista Oskar Roehler li riunisce nuovamente in Le particelle elementari [+leggi anche:
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intervista: Franka Potente & Moritz Bl…
intervista: Oskar Roehler
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, nel quale la Potente interpreta il primo ed unico amore del fratello di Bleibtreu nell’adattamento del controverso romanzo di Michel Houellebecq Le particelle elementari . Cineuropa ha incontrato i due attori a Berlino.

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Come descriveresti la relazione dei vostri personaggi con la storia?
Moritz Bleibtreu: Molte cose cambiano nella vita, e così [il film] è nello stesso tempo drammatico e comico, sebbene per Bruno gli eventi che gli accadono siano molto drammatici. Non è comunque da solo, molti uomini sembrano confusi quando si parla di sessualità. Oggi siamo arrivati ad un punto in cui il sesso è diventato una cosa molto visiva, una specie di status symbol. Ha perso la sua innocenza e i sui tabù, e viene usato per dire qualcosa su ciò che sei. Quando ti mancano le cose più importanti nel sesso— l’intimità fra due persone— si finisce probabilmente come Bruno, che cerca di compensare ciò che non riesce ad avere cercando sempre di più. Come ogni dipendenza, sul serio.
Franka Potente: Normalmente le persone sono fatte dell’unione di corpo e mente, ma nell’opera di Houellebecq le due cose sono state separate in due persone [Bruno e Michael] che sono fratelli, come una persona con due teste. Questo permette a Houellebecq di concentrarsi su entrambi approfonditamente, e spiega inoltre la fascinazione che provano i fratelli a vicenda: non possono vivere l’uno senza l’altro.

Entrambi avete letto il libro. Potete dirci come avete percepito le differenze fra romanzo e film?
FP: Una volta iniziato il lavoro sul film, mi sono dimenticata completamente del romanzo. Un libro funziona in modo diverso rispetto a un film, che è un’esperienza collettiva in una sala, e indottrina più di un libro. Leggere un libro da soli è un’esperienza soggettiva che viene interrotta frequentemente— un film andrebbe visto in un'unica volta. Per me è stata una buona scelta lasciare il cinismo e il pessimismo fuori dal film, ne avrebbe fatto qualcosa che non sono sicura avrei voluto vedere. Nel cinema, il cinismo ti chiude la porta in faccia, mentre in realtà dovrebbe aprirla.
MB: Il film è più romantico e umano del libro, ed è importante per me. Non sono interessata a portare un libro sullo schermo così com’è. Non penso che quel tipo di provocazione e cinismo abbiano un posto al cinema. Per chi non ha letto il libro, sarà solo un film, e in ogni caso sarebbe stato impossibile fare un film con tutte le cose scritte da Houellebecq, sarebbe diventato una sorta di film porno con suicidi e violenza. Penso che abbia ragione su molti argomenti del libro, ma nonostante questo, non voglio vederli al cinema e non voglio ammettere che abbia ragione. Sarebbe troppo deprimente. Era chiaro sin dall’inizio che la storia dovesse mostrare un certo tipo di amore tra persone che nel libro non c’è. Ad essere onesti, io, da attore, non riesco a capire il senso di raccontare storie senza speranza. Non mi interessano le storie che dicono: "la vita è inutile, è così, ammazzatevi ".

Il fine reale del contenuto sessuale del film è mai stato discusso prima della decisione di accettare la parte?
MB:In Le particelle elementari, sebbene parli molto di sesso, sapevo sin dall’inizio cosa volevo e non volevo fare. Ho già fatto un film con Oskar Roehler [Agnes and His Brothers] e non ho mai avuto dubbi su cosa avrei potuto fare e cosa no. Oskar lo sapeva dall’inzio.

Quali momenti del film riescono più veri?
FP: Mi è piaciuta molto la scena in cui Cristiane e Bruno sono seduti in un taxi e si dicono "credono di amarti ". Sembra così realistico dire "penso..." invece di "ti amo...". È una cosa onesta da dire. Quando si dice “ti amo” a qualcuno, è davvero una proiezione di una sensazione che si ha. Credo che attraverso il personaggio di Cristiane, Bruno inizi guarire, a stare meglio. Di fondo lei dice: "Puoi essere te stesso, mi va bene ". Bruno ha davvero bisogno che un’altra persona glielo dica. È un altro momento molto reale del film.

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