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Jerzy Skolimowski • Regista

“Un uomo contro tutti”

di 

- Estratti della conferenza stampa del regista polacco alla Mostra di Venezia 2010, dove Essential Killing ha vinto il premio speciale della giuria e quello per il miglior attore

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Jerzy Skolimowski: Abito in un'isolata regione di foreste in Masuria. Una notte, rientravo a casa mia in macchina e sono quasi uscito di strada. Allora, mi sono reso conto che ero vicino all'aeroporto militare segreto dove gli aerei della CIA atterrano con i prigionieri catturati in Medio Oriente. Mi sono chiesto che cosa succederebbe se un veicolo che trasporta prigionieri avesse un incidente su questa stessa strada. Così è nata la storia del film, dall'idea di un uomo che porta le catene e che fugge a piedi nudi nella neve attraverso la foresta selvaggia, con l'esercito alle calcagna.

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Voleva fare un film politicamente impegnato?
Gli aspetti politici della questione non mi interessavano. Si è speculato tanto sull'esistenza dei voli della CIA e delle prigioni segrete in Europa dell'Est. Solo il governo lituano lo ha più o meno ufficialmente riconosciuto. Ed è quasi provato che esistessero altre due prigioni del genere, una in Romania, l'altra in Polonia. Nessuno dei governi polacchi che si sono succeduti dal 2002 l'ha confermato, ma è stata aperta di recente un'inchiesta. Quello che mi interessava è la storia di un uomo che torna allo stato brado e deve uccidere per sopravvivere.

Non si capisce mai se il personaggio interpretato da Vincent Gallo è effettivamente un terrorista.
Ho pensato che sarebbe stata una storia migliore se non lo si fosse capito. Con queste due ipotesi che lo portano alla stessa esperienza, si guadagna la nostra simpatia e la nostra solidarietà, oppure no. Alcuni penseranno che è un terrorista e proveranno un rifiuto, considerandolo un assassino, un nemico. Ma altri potranno pensare che sia innocente, coinvolto per pura coincidenza, semplicemente l'uomo sbagliato, nel luogo sbagliato, nel momento sbagliato. Secondo me, questa ambiguità ha un ruolo principale: è come se verificassimo il nostro grado di empatia per l'essere umano, fino a dove possiamo spingerci per una persona oppressa che ci sta a cuore, ma che continua a ripetere atti che non possiamo accettare sul piano etico. L'ho considerato piuttosto come un antieroe. Le sue azioni sono davvero difficili da accettare, ma allo stesso tempo, lotta con una tale forza, attraversa tali eventi, che a volte si spera che riesca a sopravvivere.

Tutto sembra andare contro il personaggio.
È la storia di un uomo contro gli altri, praticamente uno contro tutti, compresa la natura che si rivela molto crudele per il freddo. Abbiamo girato a - 35°, notte dopo notte: sono state le riprese più difficili per me. Il personaggio principale è letteralmente torturato dalla natura: deve sopravvivere alle sue temperature, senza vestiti e all'inizio pure con le catene.

Perché ha inserito dei flashback, e sogni e immagini del futuro del personaggio?
I flashback sono stati creati per trasmettere al pubblico un po' di informazioni sul passato del personaggio. Ma sono ridotti al minimo per lasciare dubbi sulla sua identità di terrorista. C'è, d'altronde, una forte probabilità che si tratti di un innocente che si trovava nel luogo sbagliato nel momento sbagliato. Volevo inserire qualche citazione del Corano, soprattutto la più significativa, ossia la prima: “Non siete voi che uccidete, è Allah che uccide”.

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