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Tobias Lindholm • Regista

"La realtà è fatta in maniera così intelligente che ci sorprende sempre"

di 

- Co-sceneggiatore di Submarino e di The Hunt, l'astro nascente del cinema danese firma con A Hijacking, e dopo R, il suo secondo lungometraggio da regista

A cinque anni dal diploma alla National Film School di Danimarca, lo scrittore e regista danese Tobias Lindholm ha ricevuto i due riconoscimenti cinematografici nazionali, il Bodil e il Robert, per il suo debutto, il dramma carcerario R [+leggi anche:
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(2010), oltre al Nordic Council's Film Prize (il più grande di Scandinavia) per Submarino [+leggi anche:
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(2010) di Thomas Vinterberg. Il regista ha anche realizzato alcuni episodi delle serie tv The Summers e Borgen/Government e scritto The Hunt [+leggi anche:
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di Vinterberg, premiato quest'anno a Cannes. Il suo prossimo lavoro è lo script del thriller psicologico The Hour of the Lynx di Søren Kragh-Jacobsen. Il suo secondo film, A Hijacking [+leggi anche:
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, sull'assalto dei pirati a una nave cargo danese nell'Oceano Indiano, ha ricevuto il plauso della critica nella sezione Orizzonti a Venezia. Pilou Asbæk, Søren Malling e Dar Salim sono i protagonisti del dramma.

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Cineuropa: Lei ha studiato sceneggiatura, e la sola scrittura basterebbe a darle da vivere. Perché passare alla regia?
Tobias Lindholm: Non mi piace stare con tante persone allo stesso tempo, mi piace stare da solo, e quindi non era il piede giusto per iniziare a dirigere film. Per caso Michael Noer ed io abbiamo realizzato insieme R, e ho iniziato a volere di più: il piacere di scrivere e dirigere, in stretta collaborazione con un gruppo come richiede la produzione cinematografica. Per A Hijacking la mia sola condizione era di poter lavorare con lo stesso team di R - di fondo resto però uno scrittore. Le cose che preferisco sono le lunghe giornate e le lunghe nottate davanti al pc: sono le maggiori battaglie, le più grandi vittorie.

Perché con Noer avete scelto di realizzare R, ritratto della vita vera dietro alle sbarre?
Quando ero alla scuola di cinema, uno dei miei amici più stretti fu condannato a quattro anni di carcere. Gli scrivevo varie lettere ogni settimana, andavo a trovarlo due volte al mese, e iniziai a scrivere la mia e la sua esperienza sotto forma di 'scene' dalla realtà - la base di R. Le ho fatte vedere a Noer, che viene dal documentario, e abbiamo deciso di girarlo insieme. Avevamo entrambi questo desiderio ardente di mettere la realtà dentro la finzione, e questo porta a fare scelte drammaturgicamente corrette a partire da idee forzate. La vita non segue una ricetta specifica, e neanche i film - e nonostante tutto, comprendiamo la vita.

R aveva un approccio documentario: girato in prigione, con carcerati veri in alcuni ruoli. Ha cercato un risultato simile anche in A Hijacking?
Volevo che il film fosse il più realista possibile, e il modo più semplice è portarlo dentro la realtà invece che portare pezzi di realtà in uno studio cinematografico. È stato così per R, e così per A Hijacking. La storia si svolge su una nave cargo nell'Oceano Indiano, e quindi abbiamo affittato la MV Rozen a Mombasa, in Kenya, e siamo salpati. All'improvviso ci siamo trovati nella realtà di cui parlavamo: l'anno prima la MV Rozen aveva subito un assalto pirata, e i marinai erano stati tenuti in ostaggio, e quindi erano molto informati. È stato un vero dono e uno specchio importante per tenere insieme lo script. Le scene alla compagnia navale sono state girate in una vera compagnia navale, con i veri negoziatori degli ostaggi. In generale, abbiamo cercato di arricchire il film con tanti elementi autentici: le armi dei pirati sono vere armi dei pirati prese in prestito dalla polizia keniana.

Dove ha trovato ispirazione per le sue storie? Ci sono degli aspetti della realtà che hanno risonanza sul suo carattere?
Una buona storia è una costruzione. Si prendono gli elementi che spingono avanti le situazioni e si sviluppano per far sentire qualcosa al pubblico. Ma una storia davvero buona va avanti da sola, e la costruzione non si vede né si sente. E questo vorrei ottenere ogni giorno - buttare sabbia sulle mie orme, e far scomparire la struttura sullo sfondo. Di base non amo il fantasy. La realtà è fatta in maniera così intelligente che ci sorprende sempre, eppure la comprendiamo. La realtà mi piace più della finzione: il vero amore è ingombrante e fastidioso e meraviglioso e pieno di gelosia e inferiorità. La violenza vera è cruda, brutta, goffa. Il sudore vero non scivola sulla fronte in maniera bella ed elegante. Tutto questo è contraddittorio e irritante ora che sono sceneggiatore e che faccio film, ma bisogna imparare a conviverci. Dopo tutto, trovo le mie storie nella vita reale.

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