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Nils Malmros • Regista

"Sorrow and Joy non è un film sul perdono"

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- "Una persona con una psicosi non può essere colpevole, e non si tratta quindi di colpa. Volevo mostrare che l'amore conquista ogni cosa", ha dichiarato il regista danese Nils Malmros del suo nuovo film Sorrow and Joy.

Nils Malmros • Regista

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, nuovo film di Nils Malmros, è il suo lavoro più personale e racconta un tragico evento della sua vita. Proposta in prima mondiale all’ottavo Festival Internazionale del Film di Roma, la produzione di Thomas Heinesen per Nordisk Film uscirà in 113 sale in Danimarca.

Scritto da Malmros e John Mogensen, il suo 11° film racconta la relazione e poi il matrimonio tra un regista e una insegnante (i Malmros sono interpretati da Jacob Cedergren e Helle Fagralid). Un giorno, nel febbraio 1984, tornando a casa da un seminario in Fionia, Malmor scopre che la moglie, in stato psicotico, ha ucciso la figlia di nove mesi.

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Dopo molti anni Nils Malmros e Marianne sono ancora insieme, e quando la donna è andata in pensione ha pensato che fosse giunto il momento di fare un film sul loro dolore e la disgrazia. A causa dei riferimenti alla tragedia realmente accaduta, la pubblicità del film non ha avuto rivali nel paese, cosa che il regista ha comunque accettato.

Cineuropa: Le considerazioni sul fare un film su un evento simile devono essere state molte. Cosa l’ha convinta alla fine?
Nils Malmros: Quando è successo molta gente mi aveva detto che da filmmaker avevo il privilegio di poterci lavorare a livello artistico, ma non era possibile perché mia moglie lavorava come insegnante. Quando è andata in pensione non è più stato un problema, eppure fare un film ed esporla mi metteva in difficoltà. D’altro canto in tutti i miei film ho raccontato le mie storie su amori giovanili non corrisposti, e forse il mio lavoro non sarebbe stato completo se non avessi raccontato come ho trovato un amore mature attraverso il più grave dolore della mia vita. Mia moglie mi ha detto che le ho salvato la vita, e per ringraziarmi ha suggerito di fare un film sulla nostra tragedia.

Mentre girava si è mai pentito di aver iniziato?
Quando avvenne la disgrazia, la stampa fu molto discreta: i nostri nomi non vennero mai menzionati nelle notizie. Sapevo che quando la storia del film sarebbe venuta fuori avremmo avuto una reazione forte, ma i media hanno avuto pieno rispetto e così abbiamo deciso di raccontare la verità. No, non mi sono pentito di averlo girato.

Quando accadde il fatto, molte persone, lei compreso, si sentirono in colpa. Ci ha lavorato, e come ne è uscito?
La cosa più importante è che mia moglie non si sia mai sentita in colpa: se fosse accaduto, vivere con lei sarebbe stato molto difficile. Naturalmente era colpa mia se la sua depressione era andata avanti, ma non mi affligge così tanto, altrimenti avrei smesso del tutto di fare film. Mia suocera però, che senza pensarci l’aveva lasciata da sola con la bambina, è stata molto male per questo. Vive ancora, ma è anziana, e il mio film non sarà quindi un problema per lei.

Cosa voleva mostrare nel film, di poter girare un lungometraggio su come si impara ad amare?
Sorrow and Joy non è un film sul perdono, perché una persona con una psicosi non può essere colpevole, e non si tratta quindi di colpa. Volevo mostrare che l’amore conquista ogni cosa, e avevo bisogno di una storia vera — se ce l’avessi fatta, sarebbe stato come firmare un assegno scoperto.

La maggior parte dei suoi film racconta i suoi ricordi dell’adolescenza e la vita ad Aarhus. Cos’ha Aarhus di così speciale?
Ad Aarhus il rapporto qualità/prezzo è alto. È grande abbastanza da avere i vantaggi di una metropoli ma non i suoi problemi. Hai l’università, i teatri, i cinema, i caffè, la vita notturna, e hai a mezz’ora spiagge, foreste e natura selvaggia. Credo di essere l’unico a fare film ad Aarhus, e ho sempre trovato un grande sostegno nella mia città.

Guardandosi indietro, quale dei suoi 11 lungometraggi per cinema e tv considera di maggiore successo?
Io dico sempre l’ultimo.

Che è anche il suo ultimo?
Spero lo sia, perché poi avrò completato il mio lavoro senza rendermi ridicolo. Almeno è irrevocabilmente il mio prossimo film.

Grande autore del cinema danese, Malmros ha raccontato i suoi ricordi sull’adolescenza e la vita nella provinciale Aarhus in film come The Tree of Knowledge (1981), selezionato a Cannes, Beauty and The Beast (1983) e Pain of Love (1992), in concorso a Berlino (dove Barbara, suo unico adattamento, è stato proiettato nel 1998). I suoi film hanno vinto numerosi Premi Robert della Danish Film Academy e quattro volte i Premi Bodil della Danish Film Critics, e nel 2005 ha ricevuto il Premio alla Carriera del CPH:PIX-Copenhagen International Film Festival.

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