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Claudio Giovannesi • Regista

"Il carcere minorile non serve a niente"

di 

- CANNES 2016: La love story adolescenziale Fiore di Claudio Giovannesi è stato presentata alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes

Claudio Giovannesi • Regista
(© Quinzaine des réalisateurs)

E' una storia d'amore adolescenziale dietro le sbarre il nuovo film di Claudio GiovannesiFiore [+leggi anche:
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, applaudito con calore alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di CannesFiore sarà in sala con BIM dal 25 maggio a Roma e Milano, e dal 1° giugno nel resto d'Italia.

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, esplora ancora il mondo giovanile più ai margini.
Claudio Giovannesi:
Quello che davvero ci interessava era mostrare il carcere come luogo che oltre alla libertà finisce per privare di molte altre cose. Nel caso specifico parliamo di adolescenti colpevoli di fronte alla legge, ma pur sempre innocenti per quello che riguarda la loro esistenza ancora genuina. Ed è solo così che possono pensare di portare avanti l'amore reciproco, pensando a quel momento, senza curarsi delle conseguenze come potremmo fare noi adulti.

Come è nata l'idea del film?
Ho scoperto che al carcere di minorile di Roma, a Casal del Marmo, c'erano due palazzine, una per i detenuti maschi, l'altra per le femmine. Hanno il divieto assoluto di incontrarsi e non possono avere scambi di nessun tipo.

Poi un seminario di quattro mesi nel carcere minorile, in cui regista e sceneggiatori, Filippo Gravino e Antonella Lattanzi, hanno prestato servizio come insegnanti volontari.
Molto di quello che c'è nel film, circostanze e dialoghi, viene da quell'esperienza. Anche le tante assurde proibizioni a cui questi giovanissimi sono sottoposti, come quella che nega alle ragazze di poter usare il rossetto. Il carcere non serve a niente se non a tenerli segregati: sbarre, celle di isolamento, si fanno tentativi di recupero con i laboratori ma è più che altro uno spreco di soldi pubblici. I minorenni sono colpevoli di fronte alla legge ma hanno l'innocenza degli adolescenti.

Da che esperienze arrivano i due giovani protagonisti, attori non professionisti?
Per i due protagonisti abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca. Alla fine, Josh lo abbiamo trovato perché già impegnato in alcune rappresentazioni teatrali organizzate nel carcere Beccaria di Milano, mentre Daphne l'abbiamo scoperta in un ristorante di Roma, a Monteverde, dove serviva ai tavoli.

Valerio Mastandrea è il padre della ragazza, unico professionista, assieme a Laura Vasiliu (4 mesi, 3 settimane, 2 giorni [+leggi anche:
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), e Aniello Arena (Reality [+leggi anche:
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).

Abbiamo pensato subito a Mastandrea perché serviva un attore capace di garantire quel grado di verità altissimo da portare nel film.

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