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Ado Arrietta • Regista

"La realtà non mi piace affatto"

di 

- Il regista spagnolo Ado Arrietta presenta a livello mondiale, nella sezione Las nuevas olas del Festival di Siviglia, Belle Dormant, una versione poetica, onirica e moderna della fiaba

Ado Arrietta  • Regista
(© Lorenzo Pascasio)

Ado Arrietta trasforma il suo nome ad ogni film che dirige, adattandolo al suo spirito: ora, trattandosi del film francese Belle Dormant [+leggi anche:
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intervista: Ado Arrietta
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, quale miglior occasione per trasformarsi in uno dei suoi personaggi, un mago affascinante che l'ha presentata, con la sua raffinatezza perenne, nella sezione Las nuevas olas del 13° Festival di Siviglia, dedicata a registi super liberi, cosa che Adolfo Arrieta non ha mai smesso di essere.

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Cineuropa: Come ci si sente a tornare a Siviglia dopo tanti anni?
Ado Arrietta: Sono venuto al primo festival, decenni fa, con Las intrigas de Sylvia Couski, e non era come adesso. Negli ultimi dieci anni ho girato documentari che sono stati proiettati presso La Casa Encendida e alla Cineteca di Madrid. Ma Belle dormant arriverà nelle sale spagnole; prima uscirà in Francia. Sono abituato al digitale, ed è estremamente comodo controllare il tutto tramite un grande schermo, su cui ci si rende conto da dove entrano gli attori, da dove escono, si vede tutto come un quadro e lo si compone come un dipinto. Ho iniziato dipingendo e continuo a farlo con la macchina da presa e la scenografia.

Belle Dormantha un cast fantastico che comprende Mathieu Amalric, Niels Schneider e Ingrid Caven, tra gli altri. Come ha selezionato questi attori?
Vidi una foto di Agathe Bonitzer, a cui non avevo mai pensato per un film, e mi piacque: sapevo che doveva interpretare la fata. Lo stesso è accaduto con Niels e ho capito subito che sarebbe stato il principe: nella sceneggiatura questo personaggio suona la batteria e ho pensato che non l'avrebbe fatto, perché non è una cosa usuale, e invece suona divinamente. Mathieu l'avevo visto in un film, tempo fa, ma le foto me le ha fatte vedere la mia produttrice Nathalie Trafford (di Paraiso Films) e io sceglievo gli attori. Erano contenti, e conoscevano il mio lavoro, specialmente Flammes, Tam-Tam e Sylvia Couski, film molto famosi in Francia.

E com'è stata la scelta degli scenari: quei castelli in cui è ambientata l'azione del film?
Poiché la regione Bretagna ha finanziato il film, mi sono recato lì alla ricerca di location: è un luogo magico e ho visto una ventina di castelli diversi e ho scelto i due che appaiono nel film. Gli attori si amalgamano molto bene con la sceneggiatura, i personaggi e lo spirito del film, e le loro interpretazioni venivano fuori in modo molto naturale, li ho solo indirizzati appena.

Perché questo suo fascino per i mondi fantastici, già espresso in Merlín?
Non lo so: ne sono attratto fin da bambino. Forse perché sono un sognatore e mi piace più il mondo fantastico che quello reale: anzi, il mondo reale non mi piace per niente, da nessuna parte, né qui né in Francia: è una noia mortale!

Con questo film, con cui torna al cinema dopo dieci anni di assenza, ha avuto più mezzi.
Ma mi sono sentito uguale: il denaro non mi interessa, non ci penso mai. Ovviamente, in alcuni casi serve, come per girare in due castelli e per avere buoni mezzi tecnici, ma è qualcosa che non mi influenza affatto: posso fare film in ogni caso, con denaro e senza, non ho mai notato la differenza. Non mi è mai mancata la libertà.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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