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Lars von Trier • Regista

“Fantasia noir su senso di colpa e sesso”

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- Cannes 2009 Lars von Trier • Regista “Fantasia noir su senso di colpa e sesso”

Circondato da Charlotte Gainsbourg e William Dafoe, e dalla produttrice Meta Louise Foldager, il regista danese Lars von Trier ha partecipato a un appuntamento cui avrebbe fatto volentieri a meno: la conferenza stampa seguita alla burrascosa proiezione in competizione al Festival di Cannes della sua ultima opera, Anti-Christ [+leggi anche:
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intervista: Lars von Trier
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. Ecco alcuni passaggi in cui Lars von Trier usa la sua consueta ironia per evitare di svelare i suoi segreti.

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Perché fare un film così scioccante?
Lars von Trier: Non ho fatto questo film, che amo molto, per un dato pubblico, ma per me stesso. Non devo giustificarmi, né scusarmi. Solo Dio detta le mie scelte in qualche modo, anche se non so se sono buone. Ma sono il miglior regista al mondo. Molti altri registi lo pensano, ma non lo dicono. Io lo sento profondamente, anche se forse non è vero. Per tornare al film, ero in piena depressione e ho deciso di farlo come una sorta di terapia.

Che messaggio voleva trasmettere con questo film così duro, se ve n'è uno? E come mai questo umorismo noir?
Amo i film così. Sono stato molto limpido in alcuni miei film precedenti, in cui seguivo una logica razionale. Questo è concepito più come un sogno. Quanto all'umorismo, ha le stesse origini della tragedia.

Ha fatto girare scene molto radicali a Charlotte Gainsbourg. E' stato facile convincerla?
Charlotte è andata troppo oltre, non riuscivo a fermarla (ride). Sono contento di non aver tenuto io la cinepresa questa volta. Non ero dello spirito giusto per farlo e ho provato a essere molto vicino agli attori, di stabilire una comunicazione diretta. Quanto alla scena dell'escissione, sarebbe stato ipocrita non girarla perché il film è una fantasia noir sul senso di colpa e il sesso. Penso ci sia una sorta d'onestà nel semplice fatto di girare un film, anche se io stesso ho diretto film mendaci come quelli con i segnali sul pavimento come scenografie.

Qual è il suo punto di vista sulle donne, rappresentate molto duramente nel film?
Mi sento molto vicino a Strindberg, che in verità adorava le donne e studiava i rapporti tra loro e gli uomini in un modo al contempo serio e divertente.

Per quale ragione ha dedicato Anti-Christ al regista russo Andrei Tarkovski?
Per me è un dio. Quando ho visto i suoi film per la prima volta, ero in estasi. La mia considerazione nei suoi riguardi è quasi di tipo religioso. Appartiene alla generazione che ha preceduto la mia e mi sento molto legato a lui, così come a Bergman. E se dedicate un film a un regista, nessuno vi dirà che gli avete rubato le idee: è una scappatoia molto pratica.

Anti-Christ ha scatenato la polemica e l'ostilità di qualcuno. Si considera un regista in anticipo sui tempi o è tutta una strategia?
Non penso al pubblico quando giro. Quanto alla polemica, provocare reazioni è già un buon inizio. Almeno senti qualcosa quando vedi il film.

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