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Tom Shankland • Regista

The Children

di 

The Children [+leggi anche:
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, secondo film del britannico Tom Shankland, è stato selezionato per il Karlovy Vary Film Festival all'interno della Variety Critics’ Choice/Programma European Film Promotion.

Cineuropa: Qual è stata la genesi di The Children?
Tom Shankland: The Children è partito da uno script, intitolato Miria, di Paul Andrew Williams (e i fan dell'horror dovrebbero essere in grado di capire di quale grande maestro del terrore ‘Miria’ è un anagramma). James Richardson, produttore della Vertigo, si è innamorato del progetto (stavano distribuendo il film London To Brighton [+leggi anche:
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di Paul, all'epoca). Paul in quel periodo era impegnato con The Cottage [+leggi anche:
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, e James ha dovuto trovare un altro regista per Miria.

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Così, mentre ero nella fase di post-produzione del mio film d’esordio, WAZ, e cercavo con James un altro progetto sul quale lavorare, Miria ci era sembrato perfetto. Ho amato subito l'idea di base dei bambini che si rivoltano contro i genitori e a Paul le mie idee sullo sviluppo dello script piacevano. Così ci ha dato l'ok e le cose si sono avviate. Ho realizzato un centinaio di bozze dello script e James ha raccolto i fondi. A differenza del mio primo film, tutto è accaduto rapidamente — Screen West Midlands, Aramid e Ingenious si sono unite a Vertigo, e abbiamo girato per un anno dopo il primo incontro con Paul. È stata una produzione molto rapida, per la mia esperienza.

Perché ha scelto come tema i bambini?
Ho sempre adorato film come A Venezia... un dicembre rosso shocking, Suspense e Il presagio. C'è qualcosa di così terrificante nell'idea che un bambino innocente possa essere malvagio. La nostra cultura sembra dipendere dall'innocenza dei bambini, e quando modifichi questa convinzione il pubblico automaticamente si innervosisce. Mi piaceva l'idea di un film che portasse questa paura all'estremo, e nel quale i bambini sfruttassero l'amore dei genitori per manipolarli e ucciderli. Questo va contro ogni regola di civilizzazione, e penso sia molto bello quando un horror riesce a infrangere simili tabù.

A livello personale, ero più interessato alle reazioni dei genitori che alle mostruose identità dei ragazzi. Non ho figli, ma mi è sempre piaciuto osservare le lotte di potere tra i miei amici e i figli. Mi affascina il fatto che creature così piccole e apparentemente indifese abbiano un potere così grande sui genitori. Penso ci sia anche una crisi di fiducia nei confronti dei genitori di ceto borghese, al momento. La disciplina ferrea dei bambini, naturalmente, è fuori questione e quindi come fa un genitore moderno a risolvere il problema di gestire questi esserini potenti e determinati che regolano la loro vita? Mi piaceva l'idea di fare un film che usasse l'orrore per un bambino che porta la morte per esplorare questo territorio.

Cosa significa per lei essere selezionati nella sezione Variety/EFP del Karlovy Vary?
Sicuramente è un grande onore. Non mi sono mai etichettato come ‘regista horror’. Il mio approccio a The Children è stato simile a quello che si può avere con un dramma psicologico, cercare di estrarre la verità emotiva da una situazione spaventosa. L'inclusione in una lista così varia e importante di titoli europei è fantastica, e mi fa sperare che The Children possa essere visto come un buon film, a qualunque genere esso appartenga. Non sono mai stato a Karlovy Vary e tutto dicono che è bellissimo! Non vedo l'ora di essere lì, incontrare altri appassionati di cinema e vedere tanti bei film. Chi lo sa, magari mi faccio anche una birra...

Su cosa è incentrato il suo prossimo progetto?
Ho vari progetti in gestazione, non tutti horror ma almeno uno sì. Si chiama Hell Train (immaginate Sam Raimi trasportato nel passato, a metà anni '60, per fare un classico della Hammer ambientato su un treno diretto all'inferno...). Ho appena dato un indizio fondamentale sull'anagramma Miria....

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