email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Eric Garandeau • Presidente del CNC

“Un'opera collettiva europea”

di 

Incontro con il nuovo presidente del Centre National du Cinéma et de l'image animée (CNC). Eric Garandeau, 37 anni, è stato capo missione per il presidente di France Télévision dal 2001 al 2002, consigliere del ministro della Cultura dal 2002 al 2004, direttore finanziario e giuridico del CNC dal 2005 al 2007, poi consigliere del presidente della Repubblica per la cultura e la comunicazione.

Cineuropa: Quali sono le sue priorità in veste di presidente del CNC?
Eric Garandeau: Véronique Cayla si è impegnata a fondo nella digitalizzazione delle sale, un terzo delle quali sono già equipaggiate, cosa che pone la Francia in prima linea, in Europa, quanto a percentuale di parchi attrezzati. La mia ambizione è di portare a termine questo processo il prima possibile senza lasciare nessuno per strada, specialmente le piccole e medie sale. Bisogna assolutamente evitare di avere un cinema a due velocità, sia a livello di sale che di film. Quello che vorrei davvero, poi, è continuare il restauro dei film del patrimonio cinematografico, provvedere alla loro digitalizzazione (partendo dalla ricchezza delle collezioni del CNC: oltre un milione di bobine) e diffonderli il più possibile mettendoli a disposizione delle piattaforme commerciali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

In materia di finanziamento della produzione francese, quali sono i margini di crescita degli investimenti (1,4 md€ per 261 lungometraggi nel 2010)?
L'idea non è per forza quella di produrre più film, ma di finanziarli bene tenendo conto dell'evoluzione delle tecnologie, in particolare il 3D che alza notevolmente i costi. In un mercato internazionale competitivo in cui gli Stati Uniti investono sempre più soldi nelle loro produzioni, bisogna essere all'altezza, ossia diversificare le fonti di finanziamento. Oggi siamo nell'era delle tv connesse, un'opportunità fantastica per sviluppare l'accesso a tutta la ricchezza del cinema, ma che potrebbe anche indebolire la posizione dei canali tv tradizionali, che sono i principali finanziatori dei film. Questi devono essere in grado di continuare a investire e bisogna intercambiarli con altri meccanismi. Il CNC ha istituito nel 2007 un contributo per i fornitori di accesso Internet (FAI). Il mio lavoro sarà assicurare questa fonte di finanziamento legittimata dal fatto che i FAI utilizzano i contenuti audiovisivi per svilupparsi. Occorre anche preservare i meccanismi fiscali tradizionali (credito d'imposta, Sofica).

Quali sono i vostri progetti nell'ambito delle coproduzioni internazionali?
Il CNC viene periodicamente interrogato su quei criteri dei suoi diversi aiuti (credito d'imposta o condizioni di approvazione) che potrebbero costituire barriere o freni alle coproduzioni internazionali. Sono argomenti delicati, ma ho intenzione di condurre una riflessione su ciò che può ostacolare queste coproduzioni. Per rinnovare la creatività e l'originalità delle opere rimanendo performanti a livello di esportazioni, bisogna incoraggiarle, così come l'incontro tra diversi talenti che comincia dalla scrittura.

Pensate ad azioni comuni con i vostri omologhi europei?
Il nostro modello di partecipazione del governo al finanziamento del cinema deve essere sempre difeso presso le autorità dell'Unione europea, giacché i nostri meccanismi di finanziamento sono regolarmente rivisti e convalidati dalla Commissione europea. Dobbiamo di volta in volta giustificare la necessità di questi aiuti e il loro carattere non discriminante e non penalizzante rispetto al diritto comunitario. E' un'opera di convincimento che bisogna condurre costantemente. E' anche per questo che abbiamo bisogno di sviluppare coproduzioni europee: per mostrare chiaramente che non vi è alcuna forma di opposizione, ma un'opera collettiva europea in formazione. Più le altre CNC aiutano il loro cinema, più facilmente potremo far circolare le nostre opere attraverso l'Unione e creare una vera cultura europea e vere industrie culturali europee.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy