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Sam Garbarski • Regista

Il regista belga presenta Vijay and I nella Piazza Grande di Locarno

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- Sam Garbarski presenta a Locarno Vijay and I, commedia con protagonista il tedesco Moritz Bleibtreu e la statunitense Patricia Arquette

Sam Garbarski • Regista

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 trasforma Moritz Bleibtreu in un attore insoddisfatto del suo lavoro e della sua vita familiare. Per un malinteso, tutti credono che sia morto il giorno del suo 40mo compleanno. Così decide di approfittare dell'equivoco per assistere, mascherato, al proprio funerale e inventarsi una nuova vita. Il film è stato girato a New York e vi partecipano attori statunitensi come Patricia Arquette e Danny Pudi.

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Cineuropa: L'umorismo di questa storia ha qualcosa di amaro e mette in scena situazioni che un altro regista non avrebbe osato mostrare, come succedeva anche in Irina Palm. E' sua intenzione portare lo spettatore su terreni poco comuni?

Sam Garbarski: Lo scrittore Amos Oz dice sempre che il buon lettore non deve cercare nella storia le piste dell'autore, bensì le proprie, e io sono d'accordo. Per questo, ciò che voglio è aiutare lo spettatore a realizzare il suo personale viaggio attraverso la pellicola, perché non mi piace manipolare il suo punto di vista con la sceneggiatura o col mio lavoro di regista.

La storia gioca con l'idea di potersi reincarnare senza dover morire. Come è nata?
Non credo nella reincarnazione, per questo ho pensato che ciò che più gli si avvicina è che una persona riesca, attraverso una serie di casualità, a reinventare completamente la propria vita. E' il tema principale del film. Il protagonista cerca di fare in modo che la sua vita sia come l'avrebbe sempre voluta.

In un certo senso, è quello che è successo anche a lei. Lavorava nel mondo della pubblicità e quando ha cominciato a dedicarsi al cinema aveva già compiuto 50 anni. Come è avvenuto questo cambiamento?
Senza pianificarlo. Ero felice in pubblicità. Un giorno, in una riunione, mi lamentai della direzione artistica di uno dei nostri spot. Un collega mi sfidò a farlo io. Girai uno spot di successo e mi disse che avevo avuto la fortuna del principiante. Continuai a fare spot e mi dissero che parevano film di venti secondi, così ho cominciato a fare cinema. Ora non posso più farne a meno.

Il film è una coproduzione tra Germania, Lussemburgo e Belgio. Eppure è girato a New York.
Bisognava che il tutto accadesse in una città multiculturale e, inoltre, che fosse un polo d'attrazione di attori in cerca di successo professionale. La storia poteva svolgersi a Londra, ma per motivi di produzione conveniva fosse ambientata a New York. E quale regista al mondo si rifiuterebbe di girare a New York?

Il cinema europeo trarrebbe beneficio se più stelle, con un profilo simile a quello di Daniel Brühl o Monica Bellucci, fossero protagoniste di produzioni europee fuori dal proprio paese?
Assolutamente. Dico sempre che Moritz Bleibtreu è il Javier Bardem tedesco. Credo che in un modo o nell'altro questo accada. Con tutti i problemi finanziari che abbiamo, le coproduzioni tra paesi europei sono la soluzione più comune e fanno sì che i cast e le squadre tecniche siano più internazionali.

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