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Bertrand Bonello • Regista

“Non avevo visto l'altro film”

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- CANNES 2014: Il regista francese Bertrand Bonello torna in competizione a Cannes con una biografia del celebre Yves Saint Laurent. Cineuropa ha raccolto le sue dichiarazioni sulla Croisette

Bertrand Bonello  • Regista

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. Cineuropa ha raccolto le sue dichiarazioni sulla Croisette.

Cineuropa: Qual è stato l'impatto del film di Jalil Lespert sullo sviluppo del suo film? Ha cercato di distinguersi?
Bertrand Bonello: Non ho visto l'altro film. Mi sono preoccupato il meno possibile degli azzardi del calendario e della sfortunata coincidenza del soggetto, che hanno avuto ovviamente ripercussioni economiche giacché ora ci sono due film sullo stesso soggetto nello stesso mercato. Preferisco concentrarmi sul mio film e parlare solo del mio lavoro. Posso dire solo che l'esistenza di questo altro film ci ha liberati forse dai vincoli tradizionali del biopic per andare verso il film che volevamo veramente fare, nel modo in cui volevamo. Il film di Jalil Lespert è stato in qualche modo un'opportunità per il nostro processo creativo.

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Perché ha scelto di raccontare questo periodo che è il più cupo della storia di Yves Saint Laurent?
La questione del tempo si è posta subito. Come trattare la vita di qualcuno in 2h30? Non solo di un personaggio illustre come Yves Saint Laurent, ma di chiunque? Bisogna stringere. Questo decennio ci è parso essere quello più significativo nella vita nell'uomo e dell'artista. E' ancora giovane e la fine prefigura una storia che non cesserà di essere riscritta in seguito. Tutto si decide soprattutto in quel momento.

Quali erano le sue intenzioni di forma e di fondo per approcciarsi a questa storia?
Per citare Olivier Père, nostro partner presso Arte: "E' un film che va dal documentario all'opera". Questi due aspetti che convivono: è proprio quello che abbiamo voluto fare. Anche lavorare in 35 mm, per ritrovare quella sofisticazione del cinema che dava a tutta la squadra l'impressione di fare un lavoro importante per raccontare la storia di un personaggio importante. Il 35 mm offre anche e soprattutto una scelta migliore di texture e colori che corrispondono meglio all'opera dell'artista e che gli rendevano un omaggio migliore. Contrariamente a ciò che si crede, non costa tanto di più rispetto al digitale.

Perché Pierre Berger non ha autorizzato questa versione? Secondo lei, che cosa c'è di scandaloso?
Abbiamo difeso il film che volevamo fare durante tutto il suo sviluppo e anche quando ci siamo approcciati a Pierre Berger, ma lui aveva già manifestato il suo sostegno al progetto di Jalil Lespert. I problemi trascorsi non hanno impedito l'esistenza di questo film, e Pierre Berger non l'ha autorizzato, ma non si è nemmeno opposto alla sua uscita, cosa che avrebbe potuto fare. Preciso comunque che il nostro progetto era anteriore, anche se il film arriva effettivamente più tardi sugli schermi. Non credo che ci sia stato uno scandalo preciso all'origine di questo rifiuto.

Come ha scelto la coppia di attori?
Gaspard Ulliel e Jérémie Renier si conoscono da molto tempo. C'era fra loro un'alchimia quasi sensuale che mi è piaciuta e che serve alla storia perché quando li introduco sullo schermo, siamo nel 1967. Yves e Pierre sono intimi e gli attori dovevano comunicare questa complicità subito e in modo credibile al pubblico.

Il film non si attarda molto su scene che mostrano Yves Saint Laurent al lavoro. Perché questa scelta che sembra complicare le cose al momento di dipingere un artista creatore?
Non è un film sul lavoro. E' un film sulla creazione. Sullo schermo, vediamo comunque Yves disegnare e questa è la base del suo lavoro. Ho preferito fare una lunga scena di atelier all'inizio del film in cui lo vediamo toccare i tessuti e si capisce il suo rapporto con le stoffe, ma poi soprattutto al disegno piuttosto che moltiplicare le sequenze di lavoro manuale, rischiando di essere ridondanti.

La maison Saint Laurent vi ha fatto accedere alle sue collezioni o ai disegni originali di Yves Saint Laurent?
Non abbiamo avuto accesso a nulla a parte i vestiti di collezioni private che abbiamo noleggiato per il film. Abbiamo dovuto ricreare tutto il resto, ritrovare i tessuti dell'epoca… un lavoro enorme! 

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(Tradotto dal francese)

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