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Jonas Alexander Arnby • Regista

"Onestamente trovo che il realismo operaio sia un po’ noioso"

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- Il regista danese parla di When Animals Dream, suo primo lungometraggio selezionato in concorso alla Settimana della Critica del Festival di Cannes 2014.

Jonas Alexander Arnby  • Regista

"Non avrei potuto desiderare un trampolino di lancio e un’attenzione migliori - i licantropi sono raramente associati a Cannes", ha dichiarato il regista danese Jonas Alexander Arnby, che col debutto When Animals Dream [+leggi anche:
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intervista: Jonas Alexander Arnby
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è stato selezionato alla Settimana della Critica 2014. Ma nonostante la bestia, "spero che la gente comprenda che non si tratta di un horror d’azione, ma il ritratto di una generazione e di un personaggio", ha aggiunto. 

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Scritto da Arnby e Rasmus Birch, la produzione di Ditte Milsted e Caroline Schlüter Bingestam per la Alphaville di Copenhagen vede l’esordiente Sonia Marie Suhl nel ruolo della 16enne Marie, che vive coi genitori in un villaggio isolato su una piccola isola nella costa occidentale della Danimarca. Nordisk Film Biografdistribution distribuirà il film in patria il 12 giugno.

Cineuropa: Perché ha deciso che il cinema era il suo futuro?
Jonas Alexander Arnby: Mi piace la fotografia sin da quando avevo 11 anni, e dopo la scuola sono finito in una casa di produzione, che mi ha aperto gli occhi. Era pura magia, non solo l’ambizione congiunta di cast e troupe, ma anche come si racconta una storia. Il mio obiettivo è passato dalla fotografia al cinema.

E perché non la Danish National Film School, ma l’alternativa Super16 di Copenhagen?
Non è un segreto che ho provato senza fortuna ad entrare nelle scuole di cinema di Regno Unito, Danimarca, Svezia, Norvegia. Poi, dopo aver vissuto a Londra, ho iniziato alla Super16, al suo secondo anno, e lasciato perdere l’idea della scuola di cinema - qui c’era una community di registi e produttori che erano il motore di se stessi, creavano il loro futuro. Di giorno facevo pubblicità, la sera seguivo le lezioni che avevamo concordato.

Ha lavorato due volte a film di Lars von Trier. Cos’ha imparato?
Soprattutto a pulire, e a guidare un furgone.

Ora parliamo del suo debutto - all’inizio voleva unire i generi in When Animals Dream?
No, volevamo raccontare una storia di formazione in una piccola comunità di pescatori - la rottura di una ragazza con l’ambiente circostante, la sua vita, i suoi sentimenti. Poi è arrivato il licantropo, poi l’horror, bisogna vedere il film per capirne la ragione. I licantropi sono il lato animalesco dell’essere umano, il lato oscuro di sessualità, aggressività, emozioni forti, che sono quelle di una ragazza che sta per diventare donna - caso interessante, la bestia feroce in questo caso emerge da una fragile ragazzina.

Chi è questa ragazzina?
Marie vive in un’isola da qualche parte in Danimarca - è particolare, sia per come appare che per la sua mentalità, e la cosa non è apprezzata dalla gente intorno a lei - più resiste, più la pressione intorno si fa forte. Sua madre era come lei, e gradualmente Marie capisce di non aver ereditato solo il suo ruolo in società, ma anche la sua malattia, che peggiora sotto pressione.

Il casting è stato difficile?
Abbiamo fatto audizioni con più di 400 ragazze dello Jutland settentrionale– avevamo bisogno di qualcuno che conoscesse l’ambiente e sopportasse l’odore di pesce. Mi sono subito innamorato di Sonia Marie Suhl, bella in maniera diversa, premurosa, innocente - e ovviamente con un segreto. Il fatto che suo padre fosse un pescatore di Hanstholm, e che lei stessa avesse lavorato in una fabbrica per la lavorazione del pesce l’ha resa la scelta più ovvia. La grande domanda era se avesse un licantropo in sé - non aveva mai recitato prima, e c’è voluto un anno di formazione, senza rovinare la sua innocenza. Lars Mikkelsen e Sonia Richter per me sono gli attori più interessanti in Danimarca, e sono quindi diventati i suoi genitori (e sono sicuro che se avessero un figlio insieme, somiglierebbe a lei).

Svilupperà ancora questo linguaggio cinematografico?
È sempre la storia a dettare come sarà visualizzata, parleremo ancora dopo il mio prossimo film - sto valutando una storia d’amore e un thriller, e alcuni progetti americani. Ma onestamente trovo i drammi di realismo operaio un po’ noiosi.

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(Tradotto dall'inglese)

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