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Anthony Rey e Julie Esparbes • Produttori, Hélicotronc

“Che la voglia di produrre prevalga sulla necessità”

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- Hélicotronc, un riferimento nella produzione belga, festeggia i suoi 15 anni, e Cineuropa ne ha approfittato per parlare con Anthony Rey, fondatore e produttore, e Julie Esparbes, produttrice

Anthony Rey e Julie Esparbes  • Produttori, Hélicotronc
(© Lo)

Mentre il Festival Internazionale del Cortometraggio di Bruxelles celebrava la sua 20a edizione, la società Hélicotronc, un riferimento nel settore in Belgio e in Europa, festeggiava i suoi 15 anni di esistenza. Un’occasione per parlare di 15 anni di creazione, e dello sviluppo delle sue produzioni, dal corto al lungometraggio, passando per le serie tv, con Anthony Rey, fondatore e produttore, e Julie Esparbes, produttrice.

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Cineuropa: Qual è il percorso di Hélicotronc dalla sua creazione?
Anthony Rey:
Ho creato Hélicotronc nel 2002 per accompagnare in produzione dei compagni di scuola, Jean-Julien Colette e Olivier Tollet. All’inizio giravamo due cortometraggi all’anno, e producevamo film istituzionali per mandare avanti la compagnia. Uno dei primi cortometraggi che ho prodotto, Le Grand Vent di Valérie Lienardy è stato selezionato alla Semaine de la Critique a Cannes nel 2005. Questo ci ha dato visibilità in Belgio, soprattutto presso le istituzioni. Lo stesso anno, abbiamo prodotto il nostro primo lungometraggio, Ordinary Man di Vincent Lannoo, un film di piccolo budget, ma che aveva un distributore in Belgio, e un venditore internazionale (Funny Balloons). Fare un lungometraggio permette di essere eleggibile per MEDIA, ho ottenuto preziosi aiuti allo sviluppo. Poi è arrivata la mia prima coproduzione, un film russo, The Banishment [+leggi anche:
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di Andrey Zvyagintsev, anch’esso selezionato a Cannes. Queste diverse tappe hanno contribuito a darci forza, oltre che numerosi premi (tra cui il César) ottenuto dal corto Le Cri du Homard di Nicolas Guiot. Anche la produzione e la diffusione l’anno scorso di La Trêve, la serie diretta da Matthieu Donck, sia in Belgio che all’estero, ha ampiamente contribuito a farci conoscere. Senza dimenticare che la produzione della prima stagione, e soprattutto quella della seconda, ci ha permesso di dare una base finanziaria più solida alla società.

Julie Esparbes: Abbiamo messo in piedi un sistema dipartenariati e coproduzioni internazionali, di produzione e diffusione dei nostri cortometraggicon Le Cri du Homard, un sistema molto vitale per il cortometraggio, anche se resta di piccola scala. Questo ha dato vita a un altro sistema di produzione. 

A.R.: E ci piacerebbe introdurre un sistema simile a livello di lungometraggio, che ci permetta di accorciare i tempi di sviluppo, di finanziare meglio i nostri film e di diffonderli più ampiamente. Abbiamo già accompagnato tanti nostri giovani autori nell’avventura del primo lungometraggio, in particolare Géraldine Doignon (De leur vivant, Un homme à la mer [+leggi anche:
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), Jean-Philippe Martin (Sonar [+leggi anche:
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) e Vania Leturcq (L’Année Prochaine [+leggi anche:
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). Stiamo giusto lavorando con quest’ultima al suo secondo lungometraggio, Juliette, che potrebbe coincidere per noi con il lancio di questo sistema. Mentre ci mettevamo fino a 6 o 7 anni per sviluppare i nostri primi lungometraggi, speriamo ormai di poterci aggirare intorno ai 3 o 4 anni. Per Juliette, abbiamo già messo in campo una coproduzione con il Lussemburgo, che dovrebbe permetterci di uscire dagli schemi classici di coproduzione con la Francia, molto pesanti, e per i quali ho l’impressione che oggi si arrivi a una specie di punto morto. Alla fine, vogliamo più di tutto che la voglia prevalga sulla necessità, e che ci permetta di continuare ad accompagnare in buone condizioni i nostri autori e registi. 

Come scegliete i vostri autori?
J.E.:
C’è una vera fedeltà che si è andata creando negli anni, alcuni registi presenti nel 2002 che sono ancora là nel 2017. Cerchiamo di mettere la fedeltà al centro delle relazioni umane che abbiamo coi registi. Quando ho cominciato a produrre mi dedicavo più specificamente ai cortometraggi, ma oggi accompagno alcuni miei autori verso i loro primi lungometraggi, come Sandra Fassiot (Kanun), o Ann Sirot e Raphaël Balboni (Lucha Libre, Avec Thelma).

A.R.: Oltre al secondo lungometraggio di Vania Leturcq, stiamo completando il finanziamento del primo lungo di Serge Mirzabekiantz, di cui avevo prodotto i primi due corti, e quello di Nicolas Guiot. E certo, continuiamo ad accompagnare Xavier Seron e Méryl Fortunat-Rossi, che dopo il successo dei loro cortometraggi (L’Ours Noir, Le Plombier), e alcuni passaggi per il lungo (Je me tue à le dire [+leggi anche:
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per Xavier Seron) o il doc, si stanno lanciando in un nuovo progetto di serie.

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(Tradotto dal francese)

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