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Josef Tuka • Regista

“Un film è il modo migliore di affrontare le questioni che non si capiscono”

di 

- KARLOVY VARY 2017: Cineuropa ha parlato con il regista ceco Josef Tuka di Absence of Closeness, del tabù sociale che il film affronta e del lavoro in ristrettezze economiche

Josef Tuka  • Regista
(© Adéla Leinweberová)

L’esordiente filmmaker ceco Josef Tuka ha parlato con Cineuropa della sua ultima opera, Absence of Closeness [+leggi anche:
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scheda film
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, che porta alla luce un tabù sociale, e di come è stato lavorare in ristrettezze economiche. Il film è stato appena proiettato nella sezione East of the West del Karlovy Vary.

Cineuropa: Il tema fondamentale di Absence of Closeness è la maternità, vista attraverso gli occhi della protagonista femminile, e il rapporto di quest’ultima con sua madre e con sua figlia. Come è stato scrivere la sceneggiatura con una prospettiva così strettamente femminile?
Josef Tuka: Mentre scrivevo la sceneggiatura, non mi sono preoccupato di assumere un punto di vista maschile o femminile. Quello che cercavo era un punto di vista basato sull’empatia e sulla sensibilità. Attraverso queste lenti, ho cercato, come autore, di raccontare la storia di una madre che non si sente tale nei confronti della sua bambina. 

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Cosa l’ha attratta di un tema così specificamente femminile? 
È vero che il pubblico e i giornalisti mi dicono spesso che i miei corti realizzati alla FAMU sono spesso caratterizzati da un ambiente femminile. Personalmente, non so bene come spiegare questa preferenza. In generale, credo che un film sia il modo migliore di occuparsi di cose che non si capiscono. Puoi vedere il tema da diverse angolazioni, durante lo sviluppo, le riprese o la post-produzione. Ciò significa che, per me, il mondo femminile deve essere in qualche modo avvolto nel mistero. Altrimenti come spiegare perché le mie storie sono così spesso ambientate in questo contesto? 

Questo tema è un tabù nella nostra società? Quali reazioni si aspetta di provocare?
Di sicuro lo è. Nonostante, paradossalmente, viviamo tempi piuttosto liberali. Sono attratto da questo tema, proprio perché è un tabù. Volevo mettere in mostra una situazione di cui non si parla pubblicamente, e dire a voce alta che la maternità non è automatica e che, a volte, vi si arriva dopo un lungo percorso che prevede un’autoanalisi. Mi auguro che il mio film provochi una discussione e, a giudicare dal feedback che abbiamo ricevuto durante la nostra campagna di crowdfunding, direi proprio che ci riusciremo. Non me ne voglio stare seduto con le mani in mano. Mi piacerebbe accompagnare alcune proiezioni ai vari eventi; per esempio, avviare delle discussioni con alcuni rappresentanti di Parentline. I genitori possono chiamare Parentline se hanno qualche problema con i loro figli. 

Absence of Closeness ha visto la luce grazie agli sforzi di Asmara Beraki, di Cinema Belongs To Us. Ci può spiegare brevemente in cosa consiste questa iniziativa e in che modo ha a che fare con il suo film?
Mi sono rivolto ai produttori con la prima versione della sceneggiatura. Il problema era che nemmeno la leggevano, dicendo che erano già molto impegnati con i loro progetti. Quando ho incontrato Asmara, una mia compagna della FAMU, mi ha detto che aveva avuto la stessa esperienza e così aveva deciso di impegnarsi e fondare una sua casa di produzione. Le ho dato la prima versione della sceneggiatura, dopodiché abbiamo deciso che avremmo realizzato il film con la sua neonata compagnia. Allora non potevo prevedere i tre anni che ci aspettavano, in cui abbiamo avuto difficoltà ad ottenere sostegno finanziario da parte del  Czech Film Fund. Dopo il terzo tentativo fallito, la situazione era chiara: o Absence of Closeness veniva abbandonato o avremmo dovuto convincere i nostri amici della scuola di cinema a girare il nostro primo film con un budget molto basso. Ripensandoci ora, dopo che il nostro film è stato scelto per East of the West, sembra sia stata una decisione fortuita, ma nessuno poteva aspettarselo allora. Allora, sembrava pura follia. Il concept di Cinema Belongs To Us è lo stessoche ha dato origine anche ad Absence of Closeness: legami di amicizia, entusiasmo e voglia di testimoniare attraverso i film.

Quanto sono state influenzate le sue scelte creative dalle condizioni spartane in cui avete girato?
L’austerità ha certamente avuto un’influenza sul film. Io ho investito personalmente 500.000 corone (quasi 20.000 euro) e quando stavamo elaborando il piano di produzione, ho calcolato che potevamo girare per 13-14 giorni. Ho dovuto scartare diverse scene per far entrare tutto nel numero dei giorni di riprese. In condizioni economiche più favorevoli, avrei sicuramente potuto girare un film con una storia più articolata e un ritmo diverso. 

Oltre al suo personale contributo economico, ha anche lanciato una campagna di crowdfunding. Com’è stata questa esperienza?
Crowdfunding non significa pubblicare il tuo progetto su internet e aspettare che arrivino i soldi. Al contrario: quando lanci una campagna di crowdfunding, inizia una fase piuttosto impegnativa. Devi trovare dei premi che attraggano i contribuenti, girare un video promozionale e gestire attentamente la tua campagna e i profili sui social network. Ma non mi lamento. Sono grato ai contribuenti. Devo dire che il crowdfunding è un buon strumento per la promozione di un progetto: puoi far conoscere il tuo progetto nel mondo e allo stesso tempo raccogliere fondi.

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(Tradotto dall'inglese)

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