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Charlotte Sieling • Regista

"Ho scelto, a volte, di forzare un po' i loro tratti, di spingere all'estremo alcune situazioni"

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- Abbiamo incontrato la regista danese Charlotte Sieling, il cui nuovo film The Man è in uscita nelle sale norvegesi

Charlotte Sieling • Regista

A inizio giugno si è tenuta la prima edizione dell’Oslo Pix, un festival internazionale che ha proposto a un pubblico entusiasta una sessantina di film provenienti da Europa e America del nord. In quest’occasione Cineuropa ha incontrato la regista danese Charlotte Sieling, di passaggio nella capitale norvegese per presentare il suo The Man [+leggi anche:
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intervista: Charlotte Sieling
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e tenere una masterclass. Inizialmente attrice comica, sceneggiatrice di formazione, questa cineasta calorosa e appassionata ha diretto numerose serie televisive, come The Bridge, Borgen... tra molte altre. The Man è stato distribuito nella Danimarca in marzo da SF Film e nella Norvegia il 25 agosto da Tour de Force.

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Cineuropa: Il personaggio di Simon è ispirato a una persona vera?
Charlotte Sieling: Per rendere credibile il mio “re e il suo castello”, ho pensato a Olafur Eliasson, un artista danese di origine islandese, adesso residente a Berlino. Il suo atelier di Rungestraße è un grande loft-laboratorio dove si dedica alla creazione e alla sperimentazione di ciò che lo appassiona. Lavora con una folla di studenti, che sono ai suoi ordini. E vive anche lì.

Dove ha fatto le riprese?
Soprattutto a Praga in una vecchia brasserie. Le riprese sono durate solamente 19 settimane, la mia esperienza televisiva mi ha insegnato a essere rapida ed efficace. Avevo già lavorato per la televisione con l’attore comico Søren Malling. All’epoca, l’avevo lasciato fare a modo suo, anche improvvisare. Ma per The Man non ha avuto la stessa libertà. All’inizio dei lavori era un po’ recalcitrante, diceva che non capiva e non apprezzava molto la sceneggiatura. Penso che sia importante che un attore conosca bene il suo testo e sia pronto a fare sue le intenzioni dell’autore. Quindi sono stata irremovibile. Gli ho detto che non avevo lasciato niente al caso, che cambiare la benché minima parola rischiava di rovinare tutta la sceneggiatura. Søren alla fine mi ha dato fiducia e abbiamo potuto lavorare in perfetta sintonia.

Ci può dire qualcosa sulla squadra che ha lavorato a questo film?
Attori fantastici e lavoro creativo coinvolgente. Søren e l’attore norvegese Jakob Oftebro, che interpreta l’ospite inatteso che è Casper, il figlio di Simon, si sono capiti al volo. Jakob parla perfettamente danese e, la cosa è divertente, hanno iniziato ad assomigliarsi con il passare dei giorni. Essendo il film una coproduzione danese-norvegese, per il ruolo di Darling, la moglie di Simon, ho scelto Ane Dahl Torp, un’attrice norvegese che mi piace molto. Darling avrebbe dovuto avere qualche anno in più, ma, riflettendoci, ho trovato che ai fini della storia fosse una buona idea far avere a Simon una compagna giovane e un’amante ancora più giovane. Altri membri del gruppo sono: il direttore della fotografia Rasmus Arrildt, il montatore Sverrir Kristjánsson, il compositore Nicholas Sillitoe, le cui musiche mi hanno conquistato al primo ascolto. Le canzoni del film sono di Rumle Sieling Langdal ed è lui con la sua band che le canta.

Alcuni personaggi sono un po’ irritanti…
L’ho fatto apposta. Ma amo appassionatamente tutti i miei personaggi. Non si capisce subito la loro vulnerabilità, il loro modo di esprimere la tenerezza. Eppure hanno una sensibilità latente. Avrei potuto farne delle persone migliori, un po’ più gentili, ma il risultato non sarebbe stato autentico, non conforme a un ambiente che conosco bene. Ho scelto, a volte, di forzare un po’ i loro tratti, di spingere all’estremo alcune situazioni. Chi ha apprezzato il film, lo confronta spesso con situazioni della propria vita. Vi ritrova un’eco delle esperienze personali. Il mio film diviene per loro una specie di catalizzatore.

The Man è anche la storia di un rifiuto.
Un rifiuto all’interno di una famiglia. Può un bambino pretendere dai suoi genitori più della vita che gli hanno dato? Non credo. Prima o poi bisogna decidersi a diventare adulti. Cosa può reclamare un figlio? Cosa può dare un adulto? Come trovare un equilibrio? Anche queste domande sono al centro della terza parte della trilogia.

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(Tradotto dal francese)

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