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Mathieu Debusschère • Delegato generale dell’ARP

“Bisogna cercare di non cadere in una pura logica di mercato”

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- Mathieu Debusschère, delegato generale dell’ARP, organizzatore degli Incontri cinematografici di Digione, analizza le sfide poste dai cambiamenti dell'industria

Mathieu Debusschère • Delegato generale dell’ARP

Abbiamo parlato con Mathieu Debusschère, nuovo delegato generale de L'ARP (Société civile des Auteurs-Réalisateurs-Producteurs), a pochi giorni dalla 27a edizione degli Incontri Cinematografici, che si terranno a Digione dal 12 al 14 ottobre. 

Cineuropa: Come dovrebbe adattarsi l'industria cinematografica francese in un contesto globale in forte trasformazione?
Mathieu Debusschère:Innanzitutto, non possiamo sicuramente negare i grandi cambiamenti del settore: il digitale, l'arrivo di piattaforme internazionali e di nuove fonti di finanziamento per il cinema indipendente. Ma vogliamo mettere tutti questi soggetti sul tavolo e riflettere su come e perché i cinesi, gli americani, le piattaforme, gli operatori delle telecomunicazioni investono o aumentano i loro investimenti nel cinema, ovvero quali sono le domande che dovrebbero porsi gli autori, i registi, i produttori riguardo a tutto ciò,  e dunque come cercare di regolare al meglio questi nuovi modi di finanziamento in modo che resti ancora un po' di diversità cinematografica.

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Ci rendiamo conto che il sistema francese di prefinanziamento del cinema attraverso gli operatori audiovisivi comincia un po' a girare in tondo. Il nostro obiettivo non è quello di interromperlo, ma anticipare la fine dell'era hertziana con la possibilità, oggi, per gli operatori dell'audiovisivo di diffondere le loro opere senza passare necessariamente per una frequenza, che pone molti problemi in termini di regolamentazione. Bisogna porsi queste domande per evitare di cadere in una pura logica di mercato e per permettere a dei film, che non esisterebbero in questa logica, di esistere, di essere prefinanziati e di essere pubblicizzati. Ora, il modo di accedere alle opere si è modificato completamente, soprattutto tra le giovani generazioni che sovra-consumano in modo non lineare. È necessario sapere se gli attori che traggono profitto da questi nuovi modi di utilizzo finanziano veramente la creazione in tutta la sua diversità, e se la visibilità delle opere, in particolare di quelle più fragili o più difficili, è reale su queste piattaforme. 

La Ministra della cultura ha concesso sei mesi ai professionisti francesi per mettersi d'accordo su una possibile evoluzione della cronologia dei media. A cosa possono portare queste negoziazioni?
Saremmo felicissimi di firmare finalmente un accordo che superasse la logica per la quale ognuno difende i propri interessi senza pensare all'interesse generale, né riflettere sulla filosofia del nostro sistema. La cronologia dei media esiste per valorizzare al massimo l'accesso alle opere per tutti gli spettatori: finestre di distribuzione nelle sale, VoD, Pay TV, canali gratuiti, Svod. L'obiettivo è trasformare una frustrazione, cioè non avere accesso a un'opera o dover pagare per farlo, in un acquisto che genera un finanziamento per la diversità del cinema. Oggi si crea questa frustrazione ma non la si risolve, perché non c'è una continuità di utilizzo delle opere, il che genera la pirateria.

Cosa ne pensa degli operatori che risiedono all'estero, come Netflix nei Paesi Bassi o Altice in Lussemburgo, per sfuggire al quadro normativo francese?
Un elemento sta per cambiare, speriamo il prossimo anno, insieme alla revisione della direttiva Servizi dei media audiovisivi ("Services des Médias Audiovisuels”, SMA), che sarà trasferita tra le leggi nazionali. Questa nuova direttiva impone una quota del 30% delle opere europee sulle piattaforme, ma anche e soprattutto il principio del paese di destinazione per i contributi alla creazione. Dunque, la possibilità di stabilirsi in un paese più favorevole per il fisco, come il Lussemburgo e i Paesi Bassi, e non finanziare la creazione, traendo però profitti dagli abbonati francesi, cesserà di esistere. Starà a noi, tuttavia, costruire un sistema virtuoso, in cui a questi nuovi attori, che avranno comunque degli obblighi in virtù della direttiva SMA, sia proposta una cronologia dei media attraente, con una finestra di sfruttamento valorizzata, se acconsentiranno a impegnarsi col cinema francese. Noi siamo molto aperti alla discussione, ma non possiamo demolire tutto quello che fa la forza del nostro sistema di regolamentazione. L'attuale cronologia dei media è lontanissima dagli usi ed è diventata uno spaventapasseri per quegli operatori interessati a finanziare il cinema francese. Ciononostante, non dobbiamo neppure scivolare nell'eccesso opposto, con un sistema completamente liberale che permette a operatori che non supportano affatto la diversità cinematografica di avere una finestra di sfruttamento sopra valorizzata.

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(Tradotto dal francese)

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