email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Anniken Hoel • Regista

"Quando sono iniziate le minacce, abbiamo capito che stavamo andando nella giusta direzione"

di 

- Abbiamo intervistato la norvegese Anniken Hoel, che ha presentato il suo documentario investigativo, Cause of Death: Unknown, nella sezione Discoveries al Festival del cinema di Varsavia

Anniken Hoel  • Regista

La regista norvegese Anniken Hoel indaga sulla morte della sorella avvenuta nel 2005 con la sua nuova pellicola, Cause of Death: Unknown, una panoramica critica sull’industria farmaceutica e sulla sua presunta somministrazione eccessiva di farmaci antipsicotici, proiettata nella sezione Discoveries al 33esimo Festival del cinema di Varsavia.

Cineuropa: Questa è una storia molto personale per te…
Anniken Hoel:
Un anno dopo l’inizio di un video-diario, ho realizzato che non sarei riuscita ad andare avanti senza sapere cosa successe realmente a mia sorella. Inizialmente non avevo in mente di fare un film sull’industria farmaceutica, sebbene sapessi benissimo fin dall’inizio che ci fossero due piani narrativi per la storia – uno riguardo mia sorella e l’altro riguardo l’indagine che avrei condotto sulla sua morte. Siamo andati negli Stati Uniti e alcuni documenti segreti hanno dato prova che un’azienda sapesse che il loro farmaco avesse tra i possibili effetti collaterali la morte fulminante. Era uno dei primi file su WikiLeaks. C’erano centinaia di migliaia di documenti e io e il mio produttore Andrew Grant ci abbiamo messo tantissimo tempo per esaminarli.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Mentre eravate in America hanno iniziato a minacciarvi tramite email e SMS. Come avete reagito?
Quando sono iniziate le minacce, abbiamo capito che stavamo andando nella giusta direzione.

Sebbene tua sorella sia morta in Norvegia, il film è incentrato sull’industria farmaceutica americana. Perché?
È tutto collegato. Abbiamo più informazioni riguardo la situazione americana poiché il loro sistema giuridico consente azioni legali, attraverso le quali trapelano informazioni segrete. Sebbene non esistessero azioni legali contro aziende farmaceutiche in Europa, eravamo consapevoli del potere delle lobby e del fatto che i legislatori dell’UE si conformassero alle richieste dell’industria.

Hai avuto problemi legali in seguito a questo?  
No. In realtà abbiamo lo stesso avvocato che ha lavorato per Citizenfour [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
(documentario di Laura Poitras sull’informatore Edward Snowden), che si è occupato di tutto. Non siamo preoccupati per questo.

Così come le interviste, ci sono scene che assomigliano ai tuoi sogni su tua sorella...
Se ne sta lì con indosso un abito nero, vista da dietro, perché è così che l’ho sempre immaginata nei miei sogni – come una persona che non potevo più raggiungere. Il mio profilo è lì perché racconto la sua storia e la riporto nel mondo.

Il film parla di “persone diversamente sane” che sono morte, riferendosi ai malati mentali. Non credi che ci fosse qualcosa di tangibile nel loro cervello che ha causato la loro malattia?
La malattia mentale non è una malattia fisica; non c’è niente all’interno del tuo corpo che indica che potresti morire improvvisamente.

Il film è totalmente incentrato sulla critica nei confronti dei farmaci antipsicotici. Quella di non includere psichiatri liberi professionisti a favore di questo trattamento è stata una scelta deliberata?
La loro storia è stata raccontata per centinaia di anni. Non mi interessava ripetere il racconto che ha fatto il lavaggio del cervello alla nostra società, ma piuttosto raccontare l’altra faccia della medaglia. Penso che le persone depresse abbiano bisogno di aiuto e di qualcuno con cui parlare, e non di pillole. Credo che i farmaci debbano essere usati soltanto in una situazione acuta di psicosi, ma che dovrebbero essere diminuiti nelle dosi il più presto possibile e tenuti sotto controllo per i possibili effetti collaterali. Non penso che le persone dovrebbero assumerli a lungo. Esiste una corrente nel mondo psichiatrico contro l’uso eccessivo di farmaci e l’assunzione di più farmaci contemporaneamente, che sostiene l’attuazione di altre soluzioni per curare la malattia mentale. L’industria farmaceutica spende milioni per modificare a suo favore la letteratura medica a disposizione dei medici, in modo che quando un farmaco viene prescritto, gli effetti collaterali non vengano resi noti. Non si tratta di un caso.

Quali sono i tuoi progetti cinematografici futuri?
Ho iniziato a scrivere un nuovo film sul femminismo intitolato We Are Love. Ma ci vorrà un po’. 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Giulia Gugliotta)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy