Dumitru Budrala • Direttore dell'Astra Film Festival
“Non vogliamo che perda quel tipo di atmosfera che incoraggia la comunicazione”
- Dumitru Budrala, il direttore dell'Astra Film Festival, ha parlato con Cineuropa dei punti di forza e dei momenti salienti della 24a edizione dell'Astra
Dumitru Budrala è il fondatore e il direttore dell'Astra Film Festival, che il 22 ottobre ha concluso la sua 24a edizione con il documentario della regista italiana Federica Di Giacomo, Liberami [+leggi anche:
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scheda film], vincitore del premio principale del festival (leggi la notizia). Budrala, regista e direttore della fotografia, ha diretto documentari che hanno conquistato premi in diversi festival internazionali. Il più famoso dei suoi lavori è probabilmente The Curse of the Hedgehog (2004), un titolo selezionato in oltre 50 eventi cinematografici del mondo. Il regista e organizzatore del festival ha parlato con Cineuropa dei punti di forza e dei momenti salienti della 24a edizione dell'Astra.
Cineuropa: L'Astra è cambiato molto nelle sue 24 edizioni. Quale aspetto di questa evoluzione le è rimasto più nel cuore?
Dumitru Budrala: Oggi, il festival celebra la forza del cinema documentario nel senso più ampio e più vero del termine. È cominciato come un progetto innovativo in una Romania da poco sfuggita al comunismo e, all'inizio, la selezione ha favorito documentari antropologici; tuttavia, nel corso delle 24 edizioni la nostra linea editoriale si è aperta in diverse direzioni. Ad ogni modo, siamo sempre stati interessati a mostrare film che esplorano realtà del mondo contemporaneo, film con un approccio documentario specifico. Questa è sempre rimasta una costante.
Nove anni fa, abbiamo ampliato la selezione aggiungendo un festival per studenti, l'Astra Film Junior. Questo segue gli stessi principi dell'Astra, ma i film selezionati si rivolgono a studenti di tutte le età, dalla scuola primaria alle superiori. La popolarità dell'evento è straordinaria: quest'anno, abbiamo raggiunto 23.000 candidature per queste proiezioni. È come se tutta la città amasse questi film: gli studenti arrivano anche con gli autobus da città intorno a Sibiu. E questo è stato il secondo anno che abbiamo aggiunto in programmazione documentari in nuovi formati, come la VR, la visione a 360 gradi e la tecnologia full-dome.
Può dirci qualcosa sui criteri adottati per la selezione dei film?
Cerchiamo sempre di selezionare film che siano i più riusciti da due punti di vista: il primo è la tematica e come viene trattata, e l'altro è l'approccio cinematografico. Per noi è importante anche seguire film che esplorino fatti o situazioni dibattute, opere che siano in grado di dare vita a confronti su tematiche importanti, come quella della post-verità, delle fake news e del mockumentary.
Qual è il suo evento preferito dell'Astra 2017?
La proiezione del lungometraggio Rainbow Bubbles di Iosif Demian. Non solo il film è stato realizzato con materiali documentaristici, ma la storia è davvero fantastica. È stato finito nel 1982, ma non è mai stato mostrato in Romania per via della censura comunista. Il suo percorso tra quell'anno e la sua proiezione all'Astra è stato straordinario. Per noi è una vera gioia che il film sia stato ricevuto entusiasticamente sia dal pubblico più giovane che dagli ospiti internazionali.
Il documentario è considerato il brutto anatroccolo del cinema rumeno, almeno per quanto riguarda i sostegni economici del Romanian National Film Center. Qual è la posizione dell'Astra su questo punto?
Noi abbiamo creato il DocumentaryTank@AFF, una piattaforma per l'industria che vuole promuovere i documentari rumeni in fase di sviluppo. Si è dimostrato un vero successo sia per i registi che per i professionisti dell'industria in cerca di nuovi progetti. L'anno scorso il progetto Phoenixxx è stato proposto al Documentary Tank, e quest'anno è stato presentato all'Astra e ha vinto un premio.
Se avesse un budget maggiore, cosa cambierebbe dell'Astra?
C'è una cosa che scongiuriamo assolutamente per l'Astra: fare di questo festival un evento dominato da un approccio di mercato, un supermarket di film. Dimensioni e format sono perfetti così come sono, e non vogliamo che diventi più grande, perché non vogliamo che perda quel tipo di atmosfera che incoraggia la comunicazione.
(Tradotto dall'inglese)
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