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Jaco Van Dormael • Regista

Il caso e la scelta

di 

- Cinergie ha incontrato il regista belga di Toto le héros e de L'ottavo giorno durante le riprese dell'ambiziosissimo Mr. Nobody

Dopo 2 grandi successi di pubblico e critica (Toto le héros, un eroe di fine millennio e L’ottavo giorno), Jaco Van Dormael ritorna al cinema con Mr. Nobody [+leggi anche:
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intervista: Jaco Van Dormael
intervista: Jaco Van Dormael
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, la più grande produzione belga: un film girato con un budget di 33 milioni di euro, star internazionali e location in tre paesi diversi (news). Lo incontriamo a Bruxelles, in uno studio di 14 000 mq dove le molteplici vite di Nemo prendono forma in una delle sue possibili case.

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Cinergie: Come mai ha lasciato passare così tanto tempo dal suo ultimo film?
Jaco Van Dormael: Per prima cosa, perché ho vissuto (ride). E poi perché sono una persona che scrive lentamente, al punto da inseguire continuamente la forma che mi somiglia di più finché non ho la sensazione di esserci arrivato.

Con questo film sembra di essere ritornati indietro al suo primo lungometraggio, Toto le Héros, un eroe di fine millennio.
Devo ammettere che la struttura cinematografica di Mr Nobody somiglia più a quella di Toto le Héros, un eroe di fine millennio che al quella de L’ottavo giorno. Il film racconta le molteplici e possibili vite di un personaggio che si chiama Nemo: fare una scelta non vuol dire avere soltanto due possibilità, dal momento che ogni possibilità si ramifica in una moltitudine di scelte. Quest’idea nasce probabilmente dalla mia natura di sceneggiatore, infatti scrivo sempre molte versioni differenti, che non sono necessariamente somiglianti l’una all’altra. Avevo voglia di sperimentare quello che non si sperimenta nella vita: non si sa mai cosa sarebbe accaduto “se”… E il mio film si propone di esplorare proprio questo “se”. All’inizio volevo fare un film binario dove due soluzioni potevano essere possibili, ma era una cosa che era già stata fatta in precedenza. Perciò mi sono detto che bisognava sviluppare le scelte all’infinito: una scelta non costituisce solo due futuri possibili, è una molteplicità di casi. Quando si fa una scelta, e mi riferisco auna libera scelta, è sempre fatta per caso? Perché si ha quest’impulso? A causa del nostro vissuto, della nostra cultura, di qualcosa di più profondo? Il film pone anche tutte queste domande, arrivando alla conclusione che tutte le vite sono interessanti, che in fondo tutte valgono e che non ce n’è una migliore dell’altra.

Perchè ha scelto Jared Leto per questo ruolo?
Perché è una persona che sa recitare personaggi differenti e ama le trasformazioni. E poi perché avevo bisogno di un attore di questo genere, che non si somigliasse nel passaggio da una vita all’altra.

Cosa ne pensa della lunghezza delle riprese, che dureranno sei mesi?
Si, è effettivamente un lavoro lungo, 24 settimane di riprese da giugno a dicembre, ma è una fortuna, perché è ciò di cui ha bisogno il film per rappresentare le varie vite. Ogni volta c’è bisogno di rinnovare lo stile, perché ogni vita è filmata in uno stile diverso, con una struttura diversa per il video, per i colori, per le scenografie… Allo stesso tempo gli stili devono essere contrastanti, ma scontrandosi arrivano a compenetrarsi.

Come in un puzzle ?
Sì, in realtà credo che lo spettatore quando vedrà il film si domanderà qual è la storia reale e quale quella sognata. Ogni storia è infatti sognata da qualcuno che è Nemo in un’altra vita e questo Nemo può essere il sogno di un altro Nemo ancora. È come una matrioska.

Qual è il motivo della pubblicazione della sua sceneggiatura?
Avevo voglia che esistesse proprio in quanto oggetto. Inoltre anche una sceneggiatura è una moltitudine di possibilità, si può immaginare in maniera estremamente diversa, e se io potrò realizzarlo solo in uno dei modi possibili, ciascun lettore potrà realizzarlo a modo suo nella sua mente.

Fonte: Cinergie

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